Tutta Italia è ormai zona rossa. L’emergenza coronavirus blinda l’intero Paese, sacrifici necessari per contenere i contagi che giornalmente continuano a crescere. In Piemonte già da alcuni giorni alcune zone erano state dichiarate zona rossa.  Diversi i nostri concittadini che vivono nella regione piemontese. Abbiamo raccolto alcune loro testimonianze

Marta Di Tusa e Mirko Giustiniani: “Viviamo a Torino e le nostre abitudini non sono cambiate più di tanto, perché anche prima lavavamo abbastanza frequentemente le mani. Adesso tendiamo a stare più distanti dalla gente e a non dare la mano ai clienti. In città, fino a qualche giorno fa, alle persone sembrava non interessare nulla di questa emergenza. Siamo d’accordo con le misure restrittive, è giusto che tutti le rispettino, solo così si può evitare che il virus possa espandersi sempre di più. Il nostro rammarico è di non poter venire a Palermo a trovare i nostri parenti ed amici.”

Tony: “Abito a Venaria Reale, a 2 passi da Torino, da 53 anni. Siamo tutti abbastanza preoccupati, ma cerchiamo di vivere normalmente. Le persone stanno a casa e nei supermercati non c’è stata ressa, non c’è stato l’assalto alle derrate alimentari. Certo c’è gente molto ignorante, ma non è la maggioranza. Le misure adottate mi sembrano giuste, ma ritengo sia state prese in ritardo. Il mio più grande rammarico, e non è retorica, è quello di essere lontano da Palermo, la mia città che amo tantissimo.”

Giorgio Vallone: “Vivo a Vercelli da 21 anni. La città si è svuotata, non c’è nessuno per le strade, sembra una città nei giorni di Ferragosto, pochi i passanti, qualcuno indossa la mascherina. E’ evidente che c’è qualcosa che non va. Con mia moglie abbiamo preso una settimana di ferie a turno per stare a casa con le bambine. Le misure sono necessarie e secondo me si dovevano adottare prima. Speriamo che al più’ presto si rallenti il contagio e anche negli ospedali ritorni la normalità. Il mio rammarico, oltre a non poter venire a Palermo in tempi brevi, è quello di non poter far partecipare le mie figlie ad alcuni eventi di danza, organizzati da tempo. A Vercelli era atteso l’arrivo del ballerino Kledi Kadiu.”

Giacomo Nuccio: “Noi abitiamo a Torino e sono preoccupato per i nostri genitori, per il fatto che il virus colpisce in modo più grave gli anziani. Le nostre abitudini sono più o meno come prima. Sia io che mia moglie Clelia stiamo continuando a lavorare. E’ cambiata la situazione di nostra figlia Chiara che è a casa per la chiusura delle scuole ed inizia ad annoiarsi. Per fortuna abbiamo i nostri suoceri e possiamo gestire al meglio questa condizione. Penso che il Governo abbia adottato le migliori misure restrittive. Non è neanche facile organizzarsi. Ma in Italia, oltre ad essere tutti allenatori, ora sono tutti virologi. Soprattutto approvo la chiusura della scuola. In giro si vedevano molte persone passeggiare tranquillamente e genitori che portavano i figli al parco come se la chiusura delle scuole fosse stata una vacanza. Il mio timore, che potrebbe diventare il mio rammarico più grande, è che con questa situazione corro il rischio di non aver rinnovato il mio contratto di lavoro che scade a marzo. Sarebbe un duro colpo dopo aver lavorato molto duramente in questo periodo.”
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