Venuto dal sole, o da spiagge gelate. Così è iniziata l’avventura di Dario Mirri alla presidenza del Palermo. Era pieno luglio, si stavano vivendo momenti di piena confusione dopo il brusco fallimento di nemmeno un mese prima, con la mancata iscrizione in Serie B.

Eppure, malgrado si stesse vivendo uno dei peggiori momenti della storia rosanero, si respirava per la città un’aria di positività e rinascita che non si sentiva da tempo. Certo, non mancarono i diffidenti all’epoca – come non mancano tuttora – ma a far da padrone c’era un entusiasmo generale, soprattutto attorno ad una società che tornava finalmente ad essere palermitana.

Dopo quasi vent’anni si avvertiva la necessità di ritrovare quel senso di autodeterminazione e appartenenza che mancava dai tempi della presidenza dell’amato Renzo Barbera.

Il “Presidentissimo” conobbe col Palermo ben altre categorie, e fu in grado di condurre il Palermo fin dove prima non era mai stato; col suo tifo genuino, col suo amore per lo sport, col suo essere il primo tifoso sempre e comunque, Barbera riuscì a coinvolgere generazioni intere di tifosi palermitani, creando uno spirito di appartenenza attorno alla sua figura che tutt’oggi riecheggia per gli spalti dello stadio che porta il suo nome.

Dario Mirri, che con gli occhi di un altro colore, dice le stesse parole d’amore, sembra quasi a volte avvicinarsi per passione e appartenenza al mitico Presidente Barbera. Così simile a lui nell’eleganza e nel modo di porsi coi tifosi e non solo, così simile nell’atteggiamento durante la partita.

Nello scatto che vedete in copertina, da una parte c’è Renzo Barbera attento ad osservare una delle tante partite del suo Palermo; nell’altra c’è Mirri che soffriva insieme a tutti noi per la partita contro il Licata.

Due storie così lontane nel tempo, eppure così unite dalla passione per gli stessi colori, il rosa e il nero. Due momenti storici del Palermo così diversi, eppure accomunati da un unico elemento che non può essere trascurato: l’amore per i nostri colori, l’amore per il Palermo.

Lo stesso amore che farebbe sedere ognuno di noi sull’erbetta dei campi di Serie D e di Serie A senza alcuna differenza, perché non importa contro chi giochiamo, ciò che conta è la squadra che amiamo. 

Renzo Barbera, col suo modo di essere Presidente ha creato un mito in tutti i palermitani, un mito che oggi sembra ritrovarsi per stile ed eleganza in Dario Mirri. Non è nostra intenzione sbilanciarci su giudizi tecnici, economici o calcistici; qua si va ben oltre tutto ciò, si sta parlando di appartenenza.

Tutti noi, al posto di Mirri, probabilmente ieri – e in tutte le altre partite – ci saremmo messi esattamente come l’attuale Presidente rosanero, perché tutti noi soffriamo per i nostri colori. Renzo Barbera ci ha mostrato come un Presidente che ama il Palermo si comporta quando la propria squadra è in campo: un amore puro, incondizionato e che ti porta a voler stare lì, in prima linea, a lottare insieme ai tuoi ragazzi.

Renzo Barbera e Dario Mirri: amore che vieni, amore che vai. Da una parte un amore passato che nessuno potrà mai dimenticare, un amore che ha fatto la storia della nostra città e della nostra squadra; dall’altra un amore presente che ci ricorda tanto un qualcosa di lontano, un sapore già conosciuto ma che porta con sé un qualcosa di nuovo ancora da scoprire.

Fonte foto: SSD Palermo

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