Il grande bluff della cessione societaria a Richardson e company.
Zamparini era convinto di avere trovato investitori importanti, invece…

Esattamente un anno fa Zamparini si sentiva vedovo per un aver lasciato il Palermo in buone mani.
Inizia così l’articolo di Benedetto Giardina sul Giornale di Sicilia oggi in edicola, che sottolinea come sono passati 12 mesi da quando abbiamo conosciuto per la prima volta il viso di Richardson, sconosciuto dirigente di una sconosciuta società che ci ha messo la faccia in un’operazione in cui le fila erano tirate da ben altri soggetti.

Quello l’inizio della fine di un anno disgraziato.
Richardson diventato presidente poi il litigio con Emanuele facile, pedina fondamentale dell’operazione che il 14 febbraio finalmente finì col passaggio delle quote nelle mani di Daniela De Angeli.

Ma fu tutto molto buio così come le cifre messe a disposizione, praticamente inesistenti o personaggi scesi a Palermo con altre intenzioni, come David platt o David Haldsworth.
Il tutto orchestrato da Corrado Cohen mai apparso in prima persona ma, scrive Giardina, smascherato da Richardson in una lunga lettera in cui annunciava le proprie dimissioni.
Oggi Richardson non si occupa più di calcio e la sua società è tornata ad occuparsi di miniere di nichel e platino in Botswana ma non vende un’azione da fine maggio.
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