Potrebbero essere diversi i modi per spiegare la débâcle domenicale del Palermo contro il Savoia. Si potrebbe parlare della “classica partita storta”, dal momento che perfino i più brillanti della stagione rosanero, come Martin, Crivello e Lancini hanno tradito le aspettative; si potrebbe altresì considerare il sintomo di sazietà che avranno avvertito alcuni degli 11 messi in campo da Pergolizzi, che è quasi giustificabile dato il filotto di 10 vittorie consecutive.

C’è chi avrà giustamente addossato alcune colpe alla terna arbitrale, rea di aver gestito male la partita e di non aver saputo rasserenare gli animi tesi delle due squadre; oppure chi avrà puntato il dito contro il singolo di turno, oggi il signor Ficarrotta che ha illogicamente deciso di lasciare i suoi in inferiorità numerica per un evitabilissimo fallo di reazione.

Infine, gli amanti della tattica avranno notato le mancanze di mister Pergolizzi nella lettura del match, dove il suo playmaker è stato letteralmente imbrigliato dalla morsa biancoscudata guidata dall’instancabile Osuji.

Sì, effettivamente sono tantissime le motivazioni, o gli alibi per i più benevoli, per inquadrare la prima sconfitta in campionato del Palermo. Eppure vi è un’altra ragione che potrà essere sfuggita o neppure passata per la testa dei delusi tifosi rosanero al ritorno dal Barbera: ed è l’inesperienza.

Ma cosa stai farneticando? Il Palermo ha giocatori che hanno fatto la A, la B, la C…etc. Avete letto bene: uno dei tanti fattori potrebbe anche essere il non saper ancora affrontare squadre particolarmente rognose, che non mollano un centimetro e non disdegnano la manovra offensiva per punirti. Soprattutto in casa, i rosa si sono invece spesso confrontati con formazioni che scendevano in campo con la tremarella, che nulla avevano da chiedere e che dopo una sonora sconfitta decidevano comunque di regalarsi applausi a scena aperta da una splendida tifoseria.

Tuttavia il calcio non è fatto di passerelle, altrimenti Sky ci farebbe sorbire tutte le sfilate di Giorgio Armani. E il calcio è anche tristemente poco fair-play e tante botte. Oggi il Palermo ne ha ricevute a bizzeffe, alcune impunite, e ha reagito male (torniamo all’episodio di Ficarrotta) perdendo la testa e compromettendo la partita.

Il Palermo non è neppure abituato alle situazioni di stallo. In casa, soltanto contro il Marina di Ragusa aveva chiuso la prima frazione in parità, mentre in tutte le altre circostanze si era già e portato in vantaggio e addirittura archiviato la pratica.

Così oggi non è stato. E più il tempo scorreva, e più il Palermo cadeva nella trappola dei nervi e il Savoia pregustava già di arrestare la corsa della capolista e magari di scrivere una nuova pagina della sua storia. In quei momenti sarebbe dovuto intervenire Pergolizzi, che non ha compreso le difficoltà della squadra e non ha cambiato quando doveva uomini e schema tattico, forse fiducioso che i suoi da un momento all’altro l’avrebbero sbloccata. Ma Ficarrotta e Felici imperversavano nell’alternarsi senza ordine, Ricciardo predicava nel deserto e dalla retroguardia si alzavano campanili nella speranza che una seconda palla o una giocata individuale potesse portare al gol.

Poi la disattenzione dei centrali e la beffa è servita. Oggi come nel ’99, Palermo-Savoia si è conclusa 0-1. Ma stavolta, per fortuna, non si è deciso l’accesso alla finale Playoff per la Serie B. I punti di vantaggio sono ancora 9, il Palermo e Pergolizzi avranno appreso la dura lezione del giorno (“perché uno schiaffo ogni tanto male non fa“) e il campionato è lunghissimo.

Nessuno l’ha mai vinto a Novembre, quasi nessuno avrà vinto tutte le partite del suo campionato. Insomma Palermo, è successo ma che non succeda più. Adesso testa alla Palmese: servirà in tutti i sensi.

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