In mezzo ai tifosi del Nola, per un calcio d’altri tempi. Anche questa è serie D. O forse proprio questa è la serie D.
Ce ne accorgiamo quando siamo in trasferta perché al Barbera onestamente è cambiato poco.
Stessa tribuna stampa, stessa zona interviste, stessa organizzazione professionistica di altre categorie vissute e poi perdute.
Ma quando vai in trasferta tocchi con mano cos’è il calcio dilettantistico. Anche con tutta la buona volontà che mette il personale della squadra di casa che si rendo conto da dove veniamo, chi siamo e come siamo abituati.

Questa è la cronaca di una delle giornate più strane e più anomale che ho vissuto dopo tanti anni di trasferte.Una telecronaca surreale, con tante difficoltà e qualche castrazione: come quella in occasione del gol di Lancini.
Un urlo che resta in gola per evitare guai peggiori.
Me lo avevano consigliato prima della gara, colleghi e rappresentanti del Nola: ” in caso di gol del Palermo ti raccomandiamo un’esultanza contenuta. Evitiamo problemi”.

Già, evitiamo problemi; perché sono in mezzo alla gente, ai tifosi locali. Che magari scambierebbero la mia esultanza per mancanza di rispetto nei loro confronti.
E mi adeguo, quasi non gioisco al gol di Lancini come potete ascoltare in questo breve frammento che abbiamo ritagliato.
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E forse pure il Palermo si è adeguato alle mie difficoltà sfoderando una gara anonima che si stava avviando verso un pari a reti bianche.
Poi ci ha pensato Lancini a mettermi in difficoltà. Ma le difficoltà non sono state soltanto dal punto di vista dell’audio, ma anche fisiche. E le foto che vedete ne sono una testimonianza. Come ai vecchi tempi, tutti in piedi a vedere la partita. Risultato? La nostra bella postazione di emergenza attrezzata con 2 cubi di legno approntati grazie anche alla collaborazione dell’ufficio stampa del Nola, non è servita a niente.

Il sottoscritto (ma anche tutti i giornalisti presenti) ha dovuto lavorare in piedi per diverse ore e alla mia età pesa abbastanza.
Ma se questi sacrifici sono ripagati dal risultato, la fatica si sente meno.
Pensavo di avere vissuto a Biancavilla la giornata più complicata dal punto di vista della prospettiva e della visione gara. Non è così, peggio a Nola, perché almeno in terra Etnea stavo seduto. Sotto il sole, come a Nola, ma almeno seduto.

Ed a proposito di sole, come si vede dalle immagini, benedetto quello ombrellino che abbiamo fissato col nastro adesivo alla recinzione: ha evitato di arrivare fradicio alla fine della partita.
La serie D aguzza l’ingegno e stimola piccoli accorgimenti. Come si dice: di necessità, virtù.
Ma va bene così.
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