Il miglior “muro”, alla fine prevale. Un assioma, una regola, un principio inscalfibile del calcio in ogni categoria. Se c’è un aspetto che accomuna il grande calcio, da quello più rude e dilettantistico, è proprio questo: chi ha la miglior difesa, alla fine vince i campionati. Perchè la sensazione è che il gol alla fine arrivi, in qualsiasi modo.

Per adesso, il muro di mister Pergolizzi, funziona alla grande. Soltanto 3 i gol subiti, facciamo 2 se consideriamo che uno tra questi è stato un goffo autogol di Accardi nella sfida casalinga contro il San Tommaso. Un muro che protegge il Palermo dunque, quello composto da Crivello e Lancini, i due centrali, affiancati a sinistra da Doda e a destra da Vaccaro. Un quartetto che si sta rivelando essere il reparto chiave di questa stagione, senza nulla togliere al centrocampo e all’attacco.

Quello attuale, è un Palermo che da una sensazione ben precisa: si può vincere la partita da un momento all’altro, si può segnare da un momento all’altro, basta solo non prendere gol entro i 90 o i 95′ che ci sono da giocare. I rosanero sono un pò come la Juventus in serie A: si vince senza troppe fatiche, anche giocando una partita “sporca”. Partite pesanti sono state quelle giocate a Marsala, dove il gol è arrivato soltanto alla fine con due palloni in campo (partita più sporca di così si muore), o l’ultima giocata a Messina; una prova non entusiasmante ma efficace poi, nel risultato (che conta più d ogni altra cosa).

Insomma quando il presidente Mirri nel post di Messina-Palermo, ai microfoni di “Diretta stadio” asserisce: “vorrei che si vincesse con una più bella prestazione, ma ci teniamo stretta questa vittoria”, non ha tutti torti. E bisogna tenersi stretta questa di vittoria, così come le tante che avverranno in questo modo anche un pò “beffardo”, se vogliamo.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui