Ci sono vite straordinarie nella loro semplice grandezza che meritano un posto speciale nel cuore di chi le ascolta, perché insegnano, con la loro ineguagliabile bellezza, quanto meravigliosa può essere la vita nonostante gli ostacoli che spesso si parano davanti.

Quella di Giovanni Ciprì è una storia davvero unica e straordinaria.  Ipovedente da oltre 20 anni, non ha mai permesso che questa sua condizione fisica limitasse la sua capacità di amare la vita, né tantomeno di limitare il suo amore per il Palermo e per i colori rosanero, da sempre una delle passioni più grandi della sua esistenza:

Da quanto tempo segui il Palermo?
A novembre compirò 49 anni e seguo il Palermo da quando ne avevo 6. Allo stadio mi portava uno zio materno, erano i tempi di Montesano, De Rosa, Osellame e Di Cicco.  Ricordo che mi divertivo moltissimo, il Palermo era la sorpresa della serie B ed in quel periodo regalavano le figurine dei giocatori rosanero con il giornalino “l’Intrepido”. Io li appiccicavo nelle piastrelle della cucina di casa mia. Era bellissimo andare tutti allo stadio, una vera festa, non c’era né sole, né pioggia che potesse fermarci, mi sono innamorato sin da bambino della maglia rosanero e non me ne sono mai più staccato.”

Ad un certo punto della tua vita, però, qualcosa è cambiato:
“Da circa 20 anni sono non vedente, quando ero bambino ero ipovedente lieve e vedevo un po’ di più, la mia patologia si chiama «Retinite pigmentosa». Ma ugualmente ho continuato ad andare allo stadio e quest’anno per amore del Palermo mi sono abbonato in curva nord inferiore, perché mi piace sentire l’atmosfera dello stadio, respirare l’odore del campo, mi piace tantissimo sentire le voci ed i rumori che solo al Barbera si possono sentire. Io sono una persona molto allegra e positiva, mi piace fare battute tipo cabaret e gli spunti che ho preso allo stadio sono davvero tanti. Ovviamente per seguire la partita mi aiuto con la radiolina, mi metto le cuffie ed ascolto le azioni, ma le emozioni le vivo con il cuore. E conoscendo il campo riesco tranquillamente a vivere ed immaginare quello che accade nel rettangolo di gioco. Se per esempio c’è Lucera che parte da centrocampo sulla fascia sinistra, supera tre avversari, poi si incunea in area, tira e prende il palo, io l’azione la vedo con gli occhi del cuore, so perfettamente cosa sta accadendo.

Dove non arrivano gli occhi, arriva dunque il cuore:
“Con gli occhi del cuore io vedo il campo, i giocatori, vedo ogni singolo istante della partita e scrivo anche delle rubriche per il nostro gruppo Facebook, devo dire che la più apprezzata è “Il bar dello Sport” che curo settimanalmente, in questo periodo sostituisco anche un nostro admin , Emanuele Ribaudo che si è sposato ed al quale faccio tanti auguri, con la sua rubrica “91° minuto”.

Parliamo un po’ del tuo gruppo facebook:
“Il nostro gruppo era nato per protesta contro Zamparini, ma dopo avere tagliato i ponti con il passato non aveva più senso tenere ancora il nome dell’ex proprietario. Con la rinascita del Palermo si è riaccesa la passione e l’entusiasmo dei tifosi rosanero e grazie all’intuizione della compagna di un altro nostro amministratore, Peppe La Barbera che vive a Londra, abbiamo cambiato il nome del gruppo decidendo di chiamarlo come suggerito da questa nostra amica: “Dna Rosanero- Palermitani nel cuore”.

E’ innegabile che la vita ti ha tolto qualcosa, come spieghi questa tua positività che ti porta ad essere sempre allegro ed ottimista:
“Sono un’atleta, pratico il Torbal (una disciplina per non vedenti) e sono rimasto una persona che guarda sempre al lato positivo della vita. Penso che dentro ciascuno di noi c’è una scintilla che si chiama carattere. Ci sono persone che nonostante abbiano tutto a livello fisico, si abbattono e guardano il bicchiere sempre mezzo vuoto, ne conosco tante di queste persone. La mia scintilla è questo mio carattere sempre allegro e pronto alla battuta ed anche la fortuna di avere accanto una bellissima famiglia. Se poi posso aiutare anche il prossimo mi sento più felice. E quindi è l’amore che abbiamo dentro che ci trasforma e ci fa diventare ciò che siamo. La settimana prossima sarò ad Innsbruck, in Austria, per un torneo internazionale, ma non mi perderò la partita del Palermo. Partirò da solo, con il mio bastone bianco, non mi vergogno a dirlo, a volte mi accompagna mia moglie, ma abbiamo una bambina piccola e quindi ho delle strategie che mi aiutano ad essere anche totalmente autonomo.

Quale è il tuo sogno nel cassetto e cosa vorresti dire al Presidente Mirri:
“Ovviamente il mio sogno più grande è di ritornare a vedere. La gioia è nelle cose più semplici: guardare un cielo stellato, andare in bicicletta, allenarmi come vorrei io, sono cose che mi mancano. Per quanto riguarda il Palermo invece spero che un giorno possa vincere qualcosa, magari la Coppa Italia che ci è sfuggita per ben 3 volte. Di Mirri mi sta piacendo l’entusiasmo che ha ridato alla città, vorrei conoscerlo per dirglielo personalmente. Credo che sia una persona positiva e vorrei che portasse molto lontano il Palermo. Vorrei potergli dire che con un’attenta programmazione e con un vero tifoso palermitano come lui possiamo andare dove meritiamo di stare. Fino adesso ha fatto tutto bene e quindi gli vorrei dire di continuare così e di non mollare mai.”

 

 

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