Torna a parlare Fabrizio Miccoli, e lo fa nel corso di una lunga intervista ai microfoni DAZN, ricordando gli anni a Palermo e soffermandosi su parecchi temi, come il suo rapporto con l’ex presidente del Palermo Maurizio Zamparini passando per la brutta storia riguardante il giudice Falcone. Ecco le sue parole:

“Nella mia carriera avrei potuto vincere qualcosa di più, ma il mio obiettivo era quello di entrare nella storia di una società e di una città. Sono arrivato a Palermo a 26 anni e l’obiettivo era quello, il primo obiettivo che mi ero prefissato appena ho firmato: volevo entrare nella storia di questa squadra e di questa città, volevo essere la leggenda di questa squadra. E ce l’ho fatta, anche se forse qualcuno ha dimenticato. Record di punti, finale di Coppa Italia, record su record, l’obiettivo che avevo l’ho portato in porto.

Il presidente Zamparini all’inizio è stato fondamentale per me, era il presidente di una grande squadra perché noi eravamo davvero una grande squadra, basta pensare che chi veniva a Palermo, se pareggiava gli andava bene, per l’ambiente che si era creato e per i giocatori che eravamo. Io ero il capitano quindi dovevo confrontarmi per forza di cose con lui. Poi non so cosa sia successo, qualcosa è cambiato. Ho le mie idee e i miei pensieri e li voglio tenere per me, ma tutto questo mi dispiace molto.

Devo dire che ho un rimpianto, quando mi feci male al crociato contro la Samp, Lippi doveva ancora fare le convocazioni e c’erano i presupposti per andare al Mondiale. Il Palermo era vicino alla Champions, avevo la sensazione che sarei andato a farlo quel mondiale. Se devo dire i miei gol preferiti dico a livello di bellezza quello segnato in Palermo-Chievo, 43 metri al volo e solo un pazzo può farlo. Poi ne ho tanti, il centesimo gol contro il Catania ad esempio lo metto sul podio.

Spero che la mia vicenda giudiziaria si concluda nel migliore dei modi possibili per me, non è un’assoluzione che mi può far stare bene. Io sto pagando ogni giorno in questi ultimi 5 anni. Me lo porto dietro, ho chiesto scusa più volte. Se uno capisce e accetta le scuse bene, altrimenti la vita va avanti.”

1 commento

  1. Ti ho conosciuto in un supermercato di via Ventura. Da un semplice saluto ed un giusto ringraziamento per quello che stavi facendo per il Palermo e noi tifosi, ti sei aperto in un dialogo come se ci conoscessimo da tempo. Lì ho capito la tua semplicità, ma anche debolezza se fossi capitato in persone che volevano approfittare.

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