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La ricetta del Governo contro la violenza nel calcio

Secretary of Northern League Italian party, Matteo Salvini (C), attends the Italian Serie A soccer match AS Roma vs AC Milan at Olimpico stadium in Rome, Italy, 12 December 2016. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Sì sono riuniti ieri presso la Scuola superiore di Polizia i vertici del calcio e quelli politici per cercare di tamponare l’ondata di violenza che si è evidenziata nell’ultimo episodio avvenuto in occasione della gara Inter-Napoli. Ne è uscito fuori una sorta di decalogo, di norme e regole che dovrebbero consentire di arginare il fenomeno.
-Una legge per avere impianti di proprietà in tempi brevi
-Camere di sicurezza all’interno dei nuovi stadi
-No a stadi con le curve chiuse e no alla sospensione delle partite
-Attenzionare le gare in notturna con gli orari che vanno valutati meglio
-Ritornare ad organizzare trasferte collettivo
-Condivisione dei club alle spese per la sicurezza
-Fare attenzione alle interviste pre e post gara da parte dei tesserati
-Poteri più ampi agli Steward
-Pene pesanti per i tifosi e raddoppiate per i tesserati
I presidenti di tutte le leghe calcistiche si sono pronunciati a favore di regole e pene più severe ma hanno posto l’accento anche sull’aspetto fondamentale della prevenzione
Il ministro Salvini: “Non chiudo gli stadi e le curve, ma chi sbaglia paga caro.Voglio tamburi, striscioni e trasferte collettive.
Il calcio sarà anche business ma i club qualche sacrificio dovranno farlo”
Il Sottosegretario Giorgetti: “Non si danno segnali vietando le trasferte, ma cambiando le regole“.
Certo il dubbio che sia soltanto l’ennesima riunione politico-calcistica  che poi non porti a nulla di concreto, considerando il passato, è reale.
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