Palermo Cosenza

Pippo, sei stato solo un anno a Palermo, nel 2002, il primo di Zamparini. Che ricordi hai?
Esperienza sicuramente positiva anche se alla fine del campionato tutti si aspettavano la serie A che comunque è arrivata solo un anno dopo. Dopo tutto quello che era successo a Venezia, secondo me la prima stagione di Zamparini è stata una stagione positiva.

Estate 2002. Il travaso da Venezia a Palermo. Fu così traumatico?
Traumatico no però sinceramente è una cosa che nel calcio si vede poco e forse non si è mai più vista. Anche per noi giocatori fu una cosa anomala anche perché è successo mentre eravamo già in ritiro col Venezia; dopo 5 giorni ci chiamarono e siamo andati al ritiro del Palermo così all’improvviso.

31 presenze in rosanero e 13 gol. Ma non bastarono per raggiungere la serie B persa a Lecce. Che ricordi
Andare in doppia cifra il primo anno di una nuova esperienza, in una nuova città, per me è stato molto positivo. Il rammarico è sicuramente non aver raggiunto la serie A subito però ce l’abbiamo messa tutta sia io che i miei compagni e non ci possiamo rimproverare niente. In campionato abbiamo avuto degli alti e dei bassi cosa normale dopo un travaso di quel tipo e ci poteva anche stare perdere qualche punto.Dal punto di vista personale arrivare a fare quasi 15 gol in una squadra di calcio a quell’epoca non era semplice per cui mi ritengo soddisfatto. A Lecce venivo da un infortunio al polpaccio e ho cercato di recuperare in tutti i modi ma non ce l’ho fatta ed ho giocato solo 20 minuti a risultato ormai compromesso. Questo è un grande rammarico, essermi fatto male proprio alla vigilia della partita spareggio e quindi non aver potuto dare il mio contributo alla squadra.

Sei padovano. Che ricordi hai di Palermo? Aspetti positivi e negativi
I ricordi di Palermo sono molto positivi. Penso che Palermo sia una di quelle piazze dove giocare a calcio sia fantastico, sicuramente ai miei tempi. Certo forse ora è diverso; ai miei tempi, male che andava, c’erano 20000 persone allo stadio. Per non parlare del derby col Catania e col Messina, dov’è lo stadio era tutto pieno, fantastico. Ricordi bellissimi. Ricordi bellissimi anche della città e del mare; vivevo a Mondello, un posto fenomenale. L’unica cosa che mi turbava era la lontananza da casa ma chi fa il nostro mestiere è una cosa che deve mettere in preventivo.

Ti senti ancora con qualcuno dei tuoi ex compagni rosanero?
Ogni tanto mi sento con Christian La Grotteria che vive qui vicino Padova, con gli altri non ho più avuto contatti

Da qualche anno hai preso il patentino di allenatore. È questo che vuoi fare o il dirigente come adesso a Legnaro?
Allenare mi piace ma non la considero una priorità. Mi sto godendo la vita con la mia famiglia e con gli amici della squadra locale e per il momento penso solo a fare il buon padre, a dare tutto ai miei figli considerato che per la mia carriera ho passato troppi anni lontano da casa. In futuro vedremo se allenerò ma adesso mi basta stare qui al paese, dare consigli ai giovani della squadra locale. Per me è anche molto emozionante quando vado al campetto e i ragazzini mi fanno mille domande considerata la mia esperienza in serie A.

Il gol più bello della tua carriera
Penso un Venezia-Milan del 2000, in casa al Penzo. Un cross sul secondo palo, l’ho colpita al volo e la palla si è insaccata all’incrocio dei pali opposti. Un’altra rete che ricordo è sicuramente quella a San Siro sempre col Venezia contro l’Inter; una palla che arrivava dal centrocampo e appena mi è passato davanti l’ho calciata al volo senza pensare e ho fatto gol.

Il momento più brutto della tua carriera
Il periodo più brutto è sicuramente all’inizio della mia carriera quando a vent’anni mi sono fatto male al crociato. All’epoca non era come adesso che in cinque-sei mesi torni in campo, In quegli anni ci volevano 8-10 mesi per recuperare. È stato il momento più difficile perché ero arrivato da poco a Padova, nei professionisti e in quei periodi mi venivano tanti dubbi: dubbi se tornavo come prima, se la società continuava a credere in me.. non sapevo quale sarebbe stato il mio futuro Avevo vent’anni ed ero un po’ triste in quel periodo.

L’allenatore che ricordi con più piacere è che ti ha dato di più
Paradossalmente un allenatore che ho avuto per poco ed è Carlo Ancelotti. In quei pochi mesi che l’ho avuto a Parma ho scoperto essere un grandissimo allenatore sia dal punto di vista tecnico che tattico. È uno che ti insegna a giocare a calcio. Ma l’aspetto più bello è stato scoprire una grandissima persona, un grandissimo signore. Leale, schietto, non guardava il nome sulla maglia e non faceva distinzioni E questo a quei giocatori che giocano di meno li fa sentire ugualmente importanti. Sono stato fortunato e onorato ad essere allenato da lui, ho un ricordo bellissimo.

Segui il campionato di serie b? Come vedi il Palermo quest’anno?
Il Palermo è una squadra che lotterà per salire in Serie A e penso che sia una tra le favorite. Non credo che ci sarà una squadra che potrà ammazzare il campionato. Vedo un gruppetto con Palermo, Pescara, Verona ed anche lo stesso Lecce, che fino alla fine lotteranno e di Palermo è lì con loro. L’ultima vittoria a Lecce dimostra la qualità e lo spessore della squadra.

Tu che hai avuto Zamparini presidente per tanti anni che ne pensi del momento che si sta vivendo al Palermo con la piazza piuttosto delusa e lo stadio deserto?
Penso che sia un problema globale, gli stadi non si riempiono più come una volta e non so darti una spiegazione. Per quanto riguarda il patron, credo di aver conosciuto Zamparini negli anni più belli sia di Venezia che di Palermo. Non posso che essere grato a questo presidente così come anche gli altri miei compagni che hanno avuto la fortuna di averlo perché non ci faceva mai mancare niente. Magari in tv o sui giornali sembra un po’ sgarbato ma vi assicuro che con i propri dipendenti è una persona splendida e penso che sia ancora così anche se adesso a Palermo sta vivendo un qualcosa di difficile. Ma non conosco bene tutta la situazione per cui non posso parlare opportunamente

Il calcio moderno secondo te è cambiato rispetto i tuoi tempi?
Sicuramente è cambiato ed oggi quando guardo le partite in tv mi diverto poco. Mi emoziono poco. Si pensa troppo a non prenderle e lo spettacolo viene a mancare. Per esempio ai miei tempi un derby come Inter-Milan era più emozionante, più coinvolgente. Vedere attaccanti come Icardi o Higuain che riescono a prendere un pallone o due, ti fa pensare. Il calcio ha preso questa strada e a me non piace. Mi divertivo di più vent’anni fa, si vedevano belle partite e c’era più gente allo stadio.

Hai mai pensato di tornare a Palermo anche con un ruolo calcistico?
Quest’anno ho trascorso le mie vacanze vicino Palermo. Ho fatto 15 giorni lì ed ho passato un giorno intero a Mondello. Non venivo da parecchio ed è stata una bella emozione. Da un punto di vista calcistico non lo posso sapere però nella vita e soprattutto nel calcio non si può escludere niente Chissà magari un giorno mi ritrovo a Palermo improvvisamente

 

 

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