La frase ormai irriverente con cui sui social la Sicilia e Palermo soprattutto, con Mondello è divenuta famosa, “Non ce n’è Coviddi“, sembra avere inconsciamente rilassato tutti e convinto anche della verità ingenua di questa affermazione.

Sarà il clima, la genetica, la forza dei siciliani, o Trapani come prima provincia ad esser nominata “covid free“, tutti forse hanno allentato la presa sulle norme di sicurezza.

E se prima le mascherine anche in luoghi aperti ed affollati erano rigorosamente tenute, i metri di distanza rispettati, ci si armava di termo-scanner e di gel alcolici, adesso questo sembra un po’ venir meno.

Chi ricorda nei primi periodi del ritorno alla normalità le file interminabili nei centri commerciali? Ordinate e rispettate perché l’ingresso era consentito uno alla volta, con un kit di guanti e mascherina obbligatorio. E per chi volesse gustare una cena ad un ristorante, obbligatoria la firma di un certificato che attestasse la sua presenza nel luogo per la tracciabilità in caso di positività.

Sicilia con l’indice Rt più alto rispetto alle altre Regioni: paura e disordine fioccano

Poi è subentrata la movida, l’apertura delle discoteche, pub, e lì il limite delle distanze è davvero difficile da rispettare, qualche caso isolato è iniziato a comparire. Con il rientro alla normalità l’idea che tutto fosse finito. Sulle spiagge poi il distanziamento sociale tanto auspicato è diventato un optional, se non nelle spiagge attrezzate.

[FOTO] Lo scherzo di Wikipedia: “Mondello è l’unico paese in cui non ce n’è coviddi”

Nelle spiagge libere, se non si è armati di metro è impossibile calcolare le distanze di sicurezza. E poi a contribuire a questo caos, l’emergenza sanitaria ha incontrato quella immigratoria.

I migranti, costantemente monitorati da tamponi e test sierologici, hanno però portato con sé sintomi del covid-19 e posti in isolamento, anche l’etichetta di “untori“. Casi provengono dagli sbarchi, ma molti altri dalla movida incontrollata.

Il gran numero di migranti in esubero, ha portato alla fuga di quest’ultimi e situazioni di tensioni nelle grandi strutture di Porto Empedocle e Lampedusa. In una Sicilia che sembra al collasso.

Un rilassamento generale è avvenuto soprattutto tra i giovani, colpevoli secondo gli esperti di essere i portatori asintomatici del virus. E se in Sicilia l’indice Rt, quello che indica la trasmissione del virus, nei mesi della pandemia era tra i più bassi in Italia, adesso ha avuto un’impennata.

Ciò indica quindi un alto livello di contagiosità. Che il livello dell’attenzione sia calato? Le strutture ospedaliere siciliane potrebbero non reggere una seconda ondata di coronavirus.

Rispettare gli altri attraverso le norme base ed avere anche in parte paura di questo nemico ancora latente può esserci d’aiuto finché non si trova la soluzione definitiva con la sperimentazione del vaccino.

Chissà che il nostro essere “scantulini“, non possa rivelarsi la vera furbizia nella vittoria contro il virus.

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