Di Mariano

Francesco Di Mariano, nuovo attaccante rosanero, arrivato dal Lecce, si è presentato questa mattina ai microfoni della sala stampa del Renzo Barbera. Il calciatore nato a Palermo ha risposto così a numerose domande sul suo ritorno in città, sulla promozione con il Lecce in Serie A e sulla maglia numero 10 che ritorna addosso ad un giocatore palermitano. Ecco di seguito le primissime parole di Di Mariano da calciatore rosanero.

LE DICHIARAZIONI DI DI MARIANO 

“A Novara con Corini devo ringraziarlo, perché ha avuto fiducia in me. Da lì è partita la mia carriera, e sono maturato tantissimo. Io l’ho raggiunta 3-4 anni fa, negli ultimi due anni ho avuto maggiore consapevolezza delle mie qualità. Non si vince mai da solo, ma con la squadra che si crea in campo perché il gruppo si crea all’esterno. Per vincere ci vuole la squadra, ma sono positivo che possiamo crearlo. Zauli o altri con la maglia numero 10? Io non raccolgo eredità di nessuno. Io voglio indossarla a prescindere dal numero. Sono qui per onorarla dentro e fuori dal campo”.

“A livello tattico, mi piace ricevere palla nei piedi ma anche in profondità per sfruttare la mia velocità. Così do più difficoltà alla difesa avversaria. Riesco ad arrivare prima alla porta, quando le difese sono chiuse è più difficile. Sono sicuramente ricevere la palla, ma dipende dalla difesa avversaria. Brunori? Per me è molto tecnico, ma nel 4-3-3 la prima punta fa da collante con gli esterni, sembra da solo ma non lo è. Con la Reggina è stata una partita difficile, ma dobbiamo darci il tempo per conoscersi. Ma Brunori ha le caratteristiche per fare questo modulo e mi piace molto come giocatore”.

“Voglio arrivare prima possibile ai 35-40 punti. So che la B è cresciuta e quest’anno lo è ancora di più, il livello è alto ed è difficile. Ci vuole coesione ed identità, e solo dopo arriva gioco e vittorie. Prima arriviamo a quei punti e poi pensiamo al resto. Io sono il primo a voler andare in Serie A con il Palermo, ma vista la rinascita quest’anno è raggiungere i 35-40 punti e poi sogniamo tutti insieme”. 

“Dal campo a parte i primi 15 minuti, siamo partiti male dopo il problema è stato non trovare equilibrio. Ma ci siamo allenati con questo modulo gli ultimi 4-5 giorni quindi ci sta. Ma non credo che siamo stati anonimi, qualcosa l’abbiamo creata. Io guardo il lato positivo e dal lato di possesso abbiamo fatto. Anche la Reggina non ha creato chissà quali occasioni. Dalla fase di possesso abbiamo giocato, abbiamo si sbagliato qualche gol ma bisogna ripartire da quello. In fase di non possesso abbiamo avuto difficoltà, ma possiamo creare equilibro. Per giocare a calcio, bisogna costruire giorno dopo giorno e abbiamo i giocatori giusti per farlo. Questi ragazzi, che c’erano già, sono grandi e con un entusiasmo enorme. Loro stanno facendo di tutto per farci inserire nel loro gruppo e dobbiamo dare la nostra esperienza per unire le due cose. Una volta fatto questo i risultati possono arrivare. Pensare a prima non porta a niente, quando si deve costruire si deve guardare al giorno dopo”.

“Queste partite si preparano da sole. Se non trovi stimoli a preparare una partita come quella con il Genoa non hai capito nulla. A oggi è meglio incontrare il Genoa che altre squadre. Dobbiamo sistemare gli errori di Reggio Calabria. Giocare a casa nostra, davanti ai nostri tifosi, dobbiamo giocarcela perché abbiamo i mezzi per farlo. A livello mentale si prepara da se, perché abbiamo lo stimolo di giocare in casa”.

 

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