zamparini

Gesto forte da parte dei tifosi del Venezia durante il minuto di silenzio per ricordare l’ex presidente Maurizio Zamparini, scomparso lo scorso 1 febbraio all’età di 80 anni. La Curva durante il momento di raccoglimento istituito prima del match contro il Napoli, in segno di protesta, si è girata di spalle. Una presa di posizione che nessuno si aspettava, dato anche che la attuale società ha voluto ricordare con fermezza l’ex patron, facendo indossare alla squadra anche il lutto al braccio.

Maurizio Zamparini, nonostante non abbia mai messo tutti d’accordo e abbia sancito la drammatica fine del Venezia come accaduto anche al Palermo, ha d’altronde scritto una pagina importante di questo club a cavallo della fine del millennio. Non è comprensibile, al di là di quanto accaduto sul campo, dunque, come e perché i tifosi abbiano scelto di compiere un gesto simile, che appare del tutto da condannare. Come se non bastasse, sempre nel corso del minuto di silenzio, la stessa curva ha indirizzato ai napoletani presenti  nel settore ospite cori ingiuriosi come: “Vesuvio lavali col fuoco” e “Ci vuole acqua e sapone”.

Zamparini a Venezia

La storia tra l’ex patron del Palermo e il club veneto è iniziata nel 1987. In quattro anni il Venezia di Maurizio Zamparini ha conquistato la serie cadetta ed in un decennio è riuscita a guadagnare la Serie A con Walter Novellino in panchina. Durante la sua presidenza tanti furono i giocatori che lasciarono il segno, tra tutti Recoba e Filippo Maniero. L’allora patron tentò di dotare la squadra lagunare di un moderno stadio che sostituisse lo storico impianto Pier Luigi Penzo, dichiarandosi disposto a farlo realizzare anche a proprie spese a patto che fosse accompagnato da un centro commerciale, ma l’iter non si concretizzò. Un avvenimento che l’imprenditore non prese bene, tanto da decidere di mettere un punto agli investimenti sul territorio. Alla fine lasciò la società nel 2002, dopo la retrocessione in Serie B, per approdare in Sicilia, portando con sé anche numerosi giocatori. Un gesto che i tifosi, che a lungo lo hanno contestato, non gli hanno mai perdonato. Evidentemente neanche dopo la morte.

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