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Attentato a Sigfrido Ranucci: una bomba distrugge la sua auto. Nessun ferito

Ranucci

 

Attentato a Sigfrido Ranucci: una bomba distrugge la sua auto. Nessun ferito

Momenti di paura ieri sera per Sigfrido Ranucci, giornalista e conduttore del programma d’inchiesta Report. Intorno alle 22, due potenti esplosioni hanno distrutto le automobili del cronista e di sua figlia, parcheggiate una accanto all’altra davanti alla loro abitazione di Campo Ascolano, frazione di Pomezia, alle porte di Roma.

Attentato a Sigfrido Ranucci: una bomba distrugge la sua auto

A dare la notizia è stato lo stesso Ranucci, che sui social ha scritto: “Due ordigni hanno distrutto le automobili parcheggiate davanti casa. Le deflagrazioni sono state così forti da scuotere l’intero quartiere”. Fortunatamente, nessuno è rimasto ferito, ma la paura tra i residenti è stata enorme: molte persone sono scese in strada dopo aver udito le esplosioni, temendo un attentato.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri, la polizia e gli artificieri, che hanno immediatamente delimitato l’area e avviato i rilievi tecnici. Le indagini sono ora affidate alla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Roma. Il pm Carlo Villani, coordinato dall’aggiunto Ilaria Calò, procede per danneggiamento con l’aggravante del metodo mafioso, in attesa delle prime relazioni ufficiali delle forze dell’ordine.

Inquirenti al lavoro

Gli inquirenti stanno verificando la natura e la provenienza degli ordigni, oltre a esaminare i filmati delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona. L’episodio, per la modalità e la potenza degli esplosivi, appare tutt’altro che casuale.

Sigfrido Ranucci, da anni impegnato in inchieste giornalistiche di grande impatto, è considerato una delle figure più esposte del giornalismo investigativo italiano. Negli ultimi anni aveva già ricevuto minacce e intimidazioni legate alla sua attività professionale. All’ANSA ha dichiarato: “Sono in auto con la scorta dei carabinieri e sto andando a denunciare quanto accaduto. Mia figlia ha posteggiato la sua auto ed è passata da lì venti minuti prima dell’accaduto. Sembra che si tratti di un ordigno rudimentale, ma ora bisogna vedere la natura dell’esplosivo. Con tutte le minacce che riceviamo non è semplice risalire alla matrice”.

 

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