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Pohjanpalo: “Palermo è un club storico. L’obiettivo è la Serie A”

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Pohjanpalo: “Palermo è un club storico. L’obiettivo è la Serie A”

Joel Pohjanpalo, attaccante del Palermo, ha recentemente rilasciato un’intervista al canale YouTube Chiamarsi Bomber, durante la quale ha condiviso le sue impressioni sui primi mesi trascorsi in maglia rosanero. L’attaccante finlandese ha parlato del forte legame instaurato con la tifoseria in un lasso di tempo molto breve e ha anche riflettuto sulle differenze riscontrate tra i vari campionati in cui ha avuto modo di giocare nel corso della sua carriera. Ecco le sue parole.

Pohjanpalo e il suo arrivo al Palermo

L’arrivo in rosanero e il primo impatto: “Il Palermo è un club importante e storico, con un grande seguito in tutta l’Italia. Quando mi hanno raccontato i progetti e le idee per il futuro, sono rimasto entusiasta ed è stato facile dire di si. Tutti conoscono il mio rapporto con Venezia ma questa è stata un’opportunità che non potevo far passare. Sono molto felice di essere qua, l’inizio è stato buono. Il calore del pubblico allo stadio quando sono arrivato, il loro benvenuto, è stato incredibile”.

L’obiettivo principale: “Non è facile subentrare a gennaio, perché arrivi in una squadra che gioca assieme da sei mesi, ma i miei compagni mi hanno supportato bene in campo. Mi sono reso subito conto dei miei punti di forza in campo: i 9 gol sono un inizio da sogno. Ma avendo il supporto della squadra i risultati non possono che essere positivi. Un modo per arrivare al meglio ai playoff. Tutti sanno che l’obiettivo del Palermo è la Serie A“.

Il suo rapporto con l’Italia e la differenza con la Bundesliga

Differenze tra Italia e Germania: “La qualità dei giocatori tra Serie A e Bundesliga è simile ma l’approccio è diverso. In Germania si preferisce la velocità, l’intensità, i duelli. Si gioca molto in avanti. In Italia prevale il controllo della partita e le squadre sono più disciplinate tatticamente. Sono sempre messe bene in campo, molto attente a difendere e tenere l’uomo”.

La scelta di Venezia: “Da giovane non pensavo di giocare in Italia, perché diversi calciatori finlandesi che avevano provato a giocare qui avevano avuto difficoltà. Qualcuno che ha fatto bene c’è, tipo Hetemaj che ha giocato circa 300 volte in A. Ma i casi sono pochi. Quando c’è stata l’opportunità di Venezia, un mio amico d’infanzia mi ha convinto di accettare quest’offerta. Mi ha detto che sarebbe stata l’occasione giusta”.

La nuova vita a Palermo

Le differenze tra Palermo e Venezia: “C’è tanta differenza anche come stile di vita tra Germania e Italia, soprattutto con Palermo. C’è molto più sentimento, ma c’è un ritmo decisamente più rilassato. Sono sempre stato bravo ad adattarmi a nuovi ambienti, com’è capitato anche in Turchia. A Venezia ero in mezzo alla Laguna, dove non ci sono macchine e ci si deve sempre spostare a piedi o in barca. E ora in Sicilia è davvero bello poter vivere esperienze particolari anche fuori dal campo di calcio”.

La vita a Palermo: “A Palermo vivo in centro. I tifosi sono entusiasti, è bello incontrarli per strada e condividere le emozioni con loro. Ritengo sia fondamentale avere una connessione coi supporters, perché senza di essi le squadre non sarebbero nulla. Sono loro a portare il vero calore allo stadio. Sono il dodicesimo uomo in campo, soprattutto allo stadio Barbera. Sono fantastici, è anche importante affrontare le critiche. Fa parte del gioco, non bisogna evitarle ma affrontarle con maturità”.

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