
Palermo: stadio nuovo, quartiere nuovo? Ecco alcune ipotesi
La seconda parte della nostra inchiesta sul Barbera
Anche la zona attorno all’impianto potrebbe assumere una veste diversa iniziando a “vivere” una nuova vita. In Italia non siamo abituati a vivere lo stadio come un edificio di prossimità come per esempio succede in Inghilterra. Un luogo che non si accende e si spegne per la partita, ma uno che possa coinvolgere i cittadini in una nuova esperienza sul territorio. Con zone pedonali e parcheggi, grazie ad aree espositive, centri per la salute, food market, aree ricreative, zone tematiche e altre strutture per il bene e godimento del cittadino. Insomma tutte opere che riqualificherebbero completamente l’intero quartiere. Aumentando anche il valore di tutto quello, attività commerciali e immobili, ad esempio, che gravità attorno allo stadio.
E magari potrebbe tornare d’attualità anche il progetto in project financing che prevedeva la realizzazione di un posteggio a tre livelli sotterranei più uno a raso per un totale di quasi 500 posti da realizzare in piazza Giovanni Paolo II. Progetto che non aveva trovato nessuna disponibilità a essere costruito con la formula, appunto del project financing, che prevede che chi lo realizzi lo possa gestire, in questo caso almeno così era stato pensato prima che il bando andasse deserto, per 30 anni.
I lavori da fare allo Stadio Renzo Barbera di Palermo
Ma torniamo al Barbera e ai lavori che dovrebbero interessarlo.
Così come ormai avviene in un po’ tutti gli stadi i lavori riguarderanno un settore per volta, con la tribuna che sarà l’ultimo ad essere interessato, così da permettere alla squadra di giocare nel proprio stadio e non di dover andare alla ricerca di un campo lontano da Palermo.
Tanti i soldi che il Palermo ha già speso ed altri spenderà per rendere regolarmente fruibile il Renzo Barbera. Considerato che in ogni caso per uno stadio nuovo ci vorranno orientativamente, come detto all’inizio, almeno cinque anni o qualcosina in più. Soldi quindi a “fondo perduto” nel senso che si stanno realizzando opere che andranno poi smantellate con la ricostruzione dei diversi settori del nuovo Renzo Barbera. Ma sono opere ovviamente delle quali non si può fare a meno per rendere appunto l’impianto aperto al pubblico in attesa della sua completa ricostruzione perché, ricordiamo sempre, ci saranno comunque nel frattempo campionati da giocare.
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E tra queste opere urgenti, che però al momento non si sa chi dovrà eseguire, ci sono quelle che riguardano il rifacimento integrale dell’impermeabilizzazione della tribuna coperta. I tanti interventi tampone effettuati negli anni purtroppo non sono riusciti a scongiurare i problemi che si sono presentati con grande evidenza nelle ultime settimane. L’acqua caduta negli ultimi giorni di gennaio ha causato gravi danni ad uno degli Skybox di recentissima costruzione rendendo inagibile parte della tribuna stampa e numerosi posti sui quali pioveva letteralmente.
Anche in questo caso il Palermo si è detto disponibile ad occuparsi dei lavori in questione. Ma ad oggi il comune non ha dato una risposta ufficiale che autorizzi la società rosanero ad effettuare un intervento. Che verosimilmente non si potrà fare prima di maggio e che per essere completato avrà bisogno di circa due mesi. In ogni caso andrà completato prima dei mesi estivi perché il caldo inficerebbe il buon esito dei lavori.
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I costi del possibile nuovo stadio del Palermo
Ma quanto costerà al Cfg realizzare un impianto nuovo? Sicuramente ben più di 100 milioni di euro, soldi che il comune non avrebbe dove prendere nemmeno “ipotecando i suoi gioielli”. E che lo stato risparmierebbe. Se è vero che la società rosanero non chiederebbe un solo euro a nessuno permettendo anzi a Palermo e quindi ai suoi amministratori di “farsi belli”. Ritornando così in corsa per Euro 2032. E quindi perché continuare a perdere tempo con il rischio di vedersi sfuggire un’occasione che mai più potrebbe ripresentarsi?
Misteri? Stranezze dovute a una politica, ma soprattutto a una burocrazia, incredibilmente miope capace solo di perdere occasioni su occasioni. Che, come andiamo ripetendo da tempo, se non capirà che non avendo un euro in cassa è fondamentale, in tutti i settori, coinvolgere il privato altrimenti non avrà alcuna speranza di veder realizzate opere importanti per la città. La speranza è che almeno stavolta qualcuno di buon senso dalle parti di palazzo delle Aquile e dintorni si trovi davvero. Però c’è di certo che la corda è tirata che più tirata non si può. Meno di un mese per allentarla definitivamente prima che si spezzi. E allora si che, come dice Lino Banfi in “Fracchia la belva umana”, saranno volatili per diabetici.
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