
Palermo, una visione di calcio diversa dall’arrivo del City Group
Il mondo del Palermo calcio, in passato è sempre stato contraddistinto da presidenti e allenatori dirompenti, quasi focosi. La piazza, infatti, era abituata al carattere fumantino di Zamparini. L’ex presidente del Palermo, infatti, spesso si faceva guidare dalle emozioni, dalla pancia e dal suo carattere per decidere le sorti della squadra, dalla guida tecnica fino ad arrivare ai giocatori.
Dal 2022, da quando Mirri ha venduto il Palermo F.C. al City Football Group il calcio nel capoluogo siciliano è totalmente cambiato. Una filosofia nuova, basata sui fatti e poco sulle parole. Una visione calcistica aziendalistica, dove le decisioni vengono prese a più livelli. Tanto che ad oggi anche le trattative di calciomercato hanno tempistiche molto più lunghe.
La politica del City Group
Questo porta inevitabilmente a soppessare con attenzione anche le scelte tecniche. In particolare quelle che comporterebbero un cambio guida in panchina e non solo. La tifoseria, dopo il girone di andata fallimentare dell’attuale stagione, ha dato il via a una forte contestazione. Una protesta, che purtroppo è culminata anche in un episodio violento. Una contestazione che si fa portavoce di un volere ben preciso: un cambio in panchina con l’esonero di Dionisi, ma anche quello del direttore sportivo De Sanctis. Quest’ultimo accusato di aver costruito una squadra inadeguata per gli obiettivi stagionali, quelli della promozione in Serie A.
Ma in questi tre anni di City Group le decisioni del club non sono mai state avventate, ma ben soppessate. Con una filosofia chiara: portare avanti un progetto a prescindere dai risultati. La prova è stato lo stesso esonero di Corini, arrivato quasi a conclusione del suo contratto e probabilmente solo dopo una contestazione forte e di risultati negativi. Lo stesso Mignani, non è stato confermato per scelta della società, perché era stato individuato come temporaneo “traghettatore”.
Le scelte delle ultime stagioni a Palermo
Anche il precedente direttore sportivo, Rinaudo, non è stato cambiato in corso d’opera ma alla fine del suo contratto. È quindi difficile che il City Group ora applichi una politica diversa, nonostante il forte clima di contestazione. Se questo dovesse accadere si tratterebbe cercatemente di un evento importante, e lontano dal modus operandi degli ultimi tre anni.
Di sicuro il solo esonero di Dionisi non può cambiare la situazione, ma la piazza, la città e i tifosi si aspettano una risposta. Un segnale evidente che si voglia cambiare qualcosa per salvare ormai una stagione che è naufragata quasi prima di cominciare.
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