
Palermo – 124 anni di storia su tre campi
Oggi vi porteremo a fare un viaggio nel tempo alla scoperta dei campi che hanno visto nascere e crescere la nostra amata squadra. Dal Campo Varvaro al Littorio, passando per il leggendario Ranchibile, scopriremo come questi terreni di gioco hanno plasmato l’identità del Palermo.
La nostra storia inizia all’alba del ventesimo secolo, ovvero quando il Palermo fu fondato, data che come ovviamente ricorderete è fissata al primo novembre 1900 e di cui vi abbiamo parlato in uno dei precedenti episodi del nostro podcast che potrebbe trovare on line. Il primo campo, se tale lo vogliamo definire, usato dai pionieri del calcio palermitano, fu un terreno nelle vicinanze del carcere dell’Ucciardone. Un’area che però non fu utilizzata per molto tempo. Infatti poco dopo, con la fondazione del Palermo Foot-Ball Club nel 1900, la squadra si trasferì in un’area chiamata Campo Varvaro.
La misura è colma: tifosi stanchi e arrabbiati
Questo campo era situato tra le attuali vie Notarbartolo, Marchese Ugo e Piersanti Mattarella, dove oggi troviamo la Corte dei Conti. Il terreno apparteneva alla famiglia Whitaker, figure chiave nell’introduzione del calcio a Palermo.
Il Campo Varvaro venne presto soprannominato “U Pantanu”, il Pantano in italiano, a causa del suo pessimo drenaggio che lo rendeva spesso appunto un vero e proprio pantano. Immaginate giocare sotto la pioggia con le divise pesanti dell’epoca e palloni che sembravano macigni quando si inzuppavano d’acqua!
Nel 1914, il Palermo fece un grande passo avanti. Il 16 marzo di quell’anno, la squadra si trasferì nel nuovo Stadio Ranchibile. Questo impianto, che potremmo definire il primo vero stadio di calcio della città, sorgeva nell’area dell’attuale Piazza Don Bosco lateralmente all’istituto oggi dei salesiani ed arrivava quasi all’altezza di quella che conosciamo come la Statua ovvero piazza Vittorio Veneto.
Calciomercato: avvertenze per evitare di inca…volarsi
Il Ranchibile prendeva il nome dall’omonima villa sui cui terreni era stato costruito. Inizialmente era un semplice campo di dimensioni regolamentari, senza strutture di supporto. Col tempo, venne delimitato da basse mura e arricchito con uno chalet ligneo che fungeva da spogliatoio.
Un aneddoto interessante riguarda i colori sociali del Palermo. Nel 1907, mentre la squadra giocava ancora al Pantano, il consigliere Giosuè Airoldi propose di cambiare i colori da rosso-blu a rosa-nero, descrivendoli come “il dolce e l’amaro” dei liquori di casa Florio.
Il Ranchibile vide momenti gloriosi, come le ultime vittorie del Palermo in Coppa Lipton che permisero ai rosanero di aggiudicarsi definitivamente il trofeo. Fu anche teatro dei primi passi del club nei campionati federali, quando nel 1921 questi vennero estesi alle squadre del Sud e della Sicilia.
Palermo-Catanzaro, info sui biglietti: ecco la “Promo XMAS”
Alla fine degli anni ’20, il Ranchibile iniziò a mostrare i suoi limiti. Con pochi spalti e strutture rudimentali, non era più adeguato alle crescenti ambizioni del club in rapporto ad uno sport che stava crescendo sempre di più e con esso il numero di appassionati che seguiva la squadra palermitana. Si decise quindi di costruire un nuovo stadio, non lontano dal Ranchibile.
L’ultima partita ufficiale al Ranchibile si giocò il 3 gennaio 1932. Fu un addio in grande stile: il Palermo si impose sulla Comense per 5-0. Era la fine di un’era, ma l’inizio di una nuova, entusiasmante avventura in un impianto all’altezza delle crescenti ambizioni.
Il 24 gennaio 1932, appena tre settimane dopo l’ultima partita al Ranchibile, venne inaugurato il nuovo Stadio Littorio. Progettato dall’ingegnere Giovan Battista Santangelo, l’impianto segnò l’ingresso del Palermo nell’era moderna del calcio.
Il Littorio, che presto sarebbe diventato noto come La Favorita e infine Renzo Barbera, fu teatro della prima storica promozione del Palermo in Serie A, proprio nel 1932. La prima partita ufficiale nel nuovo stadio vide i rosanero trionfare sull’Atalanta per 5-1.
Palermo, squadra in ritiro: la nota della società
Inizialmente, lo stadio era composto solo dalla tribuna coperta e dalla gradinata, con una capienza di circa 20.000 spettatori e attorno una pista d’atletica in terra battuta. Le curve non erano ancora state completate e al loro posto c’erano un muro, un terreno digradante e una recinzione metallica.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, lo stadio venne rinominato “La Favorita”, nome che molti tifosi usano ancora oggi con affetto e subì le prime grandi trasformazioni. Venne eliminata la pista d’atletica e furono costruite le due curve che permisero di raddoppiare la capienza dell’impianto portandola a circa 40.000 posti.
Ma i cambiamenti più importanti lo stadio palermitano li affrontò nel 1984 e gli ultimi nel 1990. Nel 1984 venne costruito il secondo anello su strutture in acciaio e lo stadio fu dotato di un impianto di illuminazione all’epoca tra i più moderni d’Europa. Questi lavori aumentarono ulteriormente la capienza.
Alfred Gomis: “Non Cancellarmi”, un libro di speranza e rinascita
L’ultimo e ad oggi definitivo intervento è quello che interesso lo stadio ristrutturato interamente per poter ospitare i mondiali di Italia ’90. Per l’occasione anche la tribuna fu interamente ristrutturata ed alzata di livello con una nuova copertura, ma fu preservata la vecchia facciata vincolata dalla soprintendenza.
Venne alzato ulteriormente l’ultimo anello previa assicurazione che lo stesso sarebbe stato smontato a mondiali finiti. Ma questa che risulta una vera e propria follia ad oggi non è stata rispettata. Curve e gradinata furono interamente ricostruite fatto salvo l’anello realizzato nel 1984. Lavori che hanno comportato una riduzione dei posti per rispettare le normative che prevedono che gli stessi siano tutti dotati di seggiolini.
VIDEO – Storie Rosanero: 124 anni di storia su tre campi
Da allora ad oggi uno stadio che avrebbe bisogno di profonde modifiche è solo stato teatro di continua manutenzione, per far si che potesse regolarmente ospitare le partite della squadra rosa nero.
Ma oggi la necessità di profondissimi e costosissimi lavori non sembra più rinviabile. Ed è per questo che si discute ormai di una concessione alla società rosa nero non più procrastinabile. Solo così il Renzo Barbera potrà continuare ad essere il teatro dei sogni dei tifosi palermitani.
Dal Campo Varvaro al Littorio, passando per il Ranchibile, abbiamo ripercorso le tappe fondamentali della storia del Palermo attraverso i suoi campi di gioco. Ogni terreno ha lasciato un’impronta indelebile nell’identità del club, contribuendo a forgiare quella passione rosanero che ancora oggi ci unisce.
La prossima volta che entrerete allo stadio Renzo Barbera, ricordate: state calpestando un pezzo di storia, un terreno sacro che ha visto nascere e crescere la leggenda del Palermo.
LEGGI ANCHE
“Il diario di fuori dal campo: Fabrizio Bucciarelli”
Carrarese-Palermo 1-0, le pagelle: Gomes e Desplanches che dormita, Ceccaroni non basta
DAZN a prezzo scontato: 7 mesi di abbonamento per soli 78 euro
Luigi Mangione, chi è il presunto assassino del CEO di United Healthcare
Oristanio segna da corner: l’ultimo “gol olimpico” fu in Palermo-Chievo
Incidente aereo sul volo Napoli-Palermo: ecco quanto accaduto
SEGUICI SU FACEBOOK | INSTAGRAM | TWITTER
Altre News
FOTO – Palermo, il saluto del club rosanero a Papa Francesco
Come può cambiare la classifica con la 34a giornata di oggi
Catanzaro-Palermo, trasferta vietata ai tifosi rosanero: è ufficiale