Palermo

Lucioni leader, gli altri perfetti. Il Palermo ha una difesa di ferro

Un solo gol subito dopo quattro partite, nello scorso campionato erano già sette

Questo il titolo del Giornale di Sicilia, oggi in edicola.

L’articolo di Massimiliano Radicini

 

Se è vero che le partite di calcio le vince chi segna un gol in più dell’avversario, è anche vero che i campionati molto spesso vengono vinti delle formazioni che possono vantare la miglior difesa. Dopo la quinta giornata, il Palermo – che di gare ne ha giocate quattro, visto il rinvio del match col Brescia alla seconda giornata – ha subito una sola rete, in occasione della sfida contro la Reggiana. Un dato particolarmente significativo, che fa ben comprendere i grandi progressi fatti dai rosanero dalla scorsa stagione a quella attuale.

Palermo, che difesa: da chi sta dietro agli attaccanti

Gli interpreti ovviamente sono cambiati, ma c’è da dire che la fase difensiva di una squadra viene fatta a partire dall’attacco. Tra l’altro l’unico gol incassato è piuttosto casuale, visto che contro la formazione di Nesta la rete è arrivata sugli sviluppi di un corner e, pertanto, non ha nulla a che vedere con il posizionamento in campo.

Lucioni e Ceccaroni al centro garantiscono una grande copertura su palle alte e anche nelle imbucate centrali, sulle corsie Mateju e Aurelio (o Lund) consentono alla squadra di sviluppare sulla corsia sinistra e di coprirsi con intelligenza e solidità sulla fascia opposta.

A bilanciare il tutto c’è anche la copertura offerta dal centrocampo che vede in Segre ed Henderson dei tasselli decisivi. Il paragone con la scorsa stagione è quasi impietoso, visto che appena dodici mesi fa, dopo quattro partite il Palermo aveva incassato ben sette reti: zero all’esordio con vittoria interna col Perugia (2-0), uno nel pareggio esterno per 1-1 col Bari e due tris contro Ascoli (ko per 3-2 in casa) e Reggina (sconfitta 3-0 in trasferta).

Numeri alla mano, quindi, il Palermo ha cambiato rotta, un aspetto, quello della fase difensiva – e più in generale dell’equilibrio – sul quale Corini ha iniziato a lavorare fin dal momento del suo arrivo (due estati fa) e il percorso di crescita della squadra va proprio in questa direzione: quella di tenere vive le gare.

Lucioni e Ceccaroni: la “coppia che blocca”

L’esperienza di Lucioni, oltre al suo carisma, e l’abilità nel marcare il proprio diretto avversario di Ceccaroni hanno dato più certezze al reparto arretrato che sembra non «ballare» più. A tutto ciò va aggiunta la compattezza della squadra che per gran parte delle gare resta corta fra i reparti non consentendo alle formazioni avversarie di rendersi pericolose.

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