Il 25 novembre è sicuramente una data triste nella storia del calcio. In questo giorno, infatti, due giocatori leggendari ci hanno lasciato. Uno di questi fu Maradona. Ma il primo, fu George Best, nel 2005. Devastato da una vita di eccessi, il fuoriclasse irlandese morì a soli 59 anni, qualche giorno dopo aver lanciato un drammatico appello dal suo letto d’ospedale. “Non morite come me“, recitava la didascalia di una foto dove appariva molto più vecchio della sua età, e molto malato.
Maradona esempio di ribellione e riscatto
Ma nonostante sia considerato fra i migliori 10 calciatori della storia del gioco, Best rappresentava comunque un passato lontano. Quando invece il 25 novembre del 2020 fu diffusa dall’Argentina la notizia della morte di Diego Armando Maradona, tutto il mondo pianse. Vecchi, giovani e bambini, appassionati di calcio e non, argentini, napoletani, arabi e indiani. Perché Maradona non è stato solo un calciatore, ma un simbolo di ribellione e di riscatto per chiunque.
Quella volta che Diego e il Palermo…”Parlarono”
Nel settembre 1986 Maradona aveva il mondo ai suoi piedi. Pochi mesi prima aveva trascinato l’Argentina alla vittoria del Mondiale con giocate leggendarie, che ancora oggi chiunque segua il calcio conosce a memoria. A Palermo, invece, nel settembre 1986 il calcio scomparve. Il Palermo fu infatti cancellato dal panorama calcistico nazionale per motivi economici. La notizia colpì anche Maradona, da sempre vicino alla gente del Sud e pronto a schierarsi contro le ingiustizie.
Il fuoriclasse argentino, infatti, dichiarò: “La scomparsa di una squadra del Sud mi ha ferito. Sono triste per i tifosi del Palermo. Un’amichevole alla Favorita potrebbe farli felici, io sono disponibile”. Purtroppo la proposta non ebbe seguito, e Maradona non ebbe mai occasione di mostrare il suo talento al pubblico palermitano. Ma con quelle parole Diego entrò per sempre nel cuore della gente di Palermo.
A cura di Mario Ferrigno
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