Il Palermo continua a lavorare a Manchester, sotto gli occhi dei dirigenti del City Football Group. I giocatori rosanero e lo staff di Eugenio Corini in questi giorni, avranno modo di conoscersi meglio per affinare la propria intesa e lavorare sugli errori commessi in questo primo scorcio di stagione. L’occasione per mettere a frutto il lavoro di questi giorni arriverà venerdì 23, quando Brunori e compagni giocheranno una partita amichevole contro il Nottingham Forest. Non una squadra qualunque, ma un club che occupa un posto speciale nella storia del calcio.

In pochi anni dalle serie inferiori alla Coppa dei Campioni

Il Nottingham Forest gioca in Premier League, ovvero il massimo campionato inglese, dove è ritornato quest’anno dopo oltre vent’anni di assenza, durante i quali è retrocesso anche in terza serie. È il terzo club calcistico più antico del mondo, essendo stato fondato nel 1865. Il colore della maglia del Forest è il “Garibaldi Red“, che deriva dal rosso indossato dalle truppe garibaldine, molto popolari in Inghilterra. Fino agli anni settanta del Novecento, il Forest non aveva avuto una storia di successi. Escludendo le due vittorie della Coppa d’Inghilterra nel 1898 e nel 1959, la squadra si alternava fra Prima e Seconda divisione inglese in maniera anonima.

Tutto cambiò quando sulla panchina del Forest arrivò Brian Clough, nel 1975. La squadra si trovava in Seconda Divisione, e dopo due anni conquistò la promozione in Prima Divisione (che non si chiamava ancora Premier League), e in pochi anni riscrisse la storia del calcio. Da neopromosso nel massimo campionato inglese, infatti, il Forest si laureò Campione d’Inghilterra nel 1978, conquistando ovviamente il diritto a partecipare alla Coppa dei Campioni dell’anno successivo. Alla prima partecipazione al massimo torneo continentale, nel 1979 la squadra stupì l’Europa, vincendo la competizione dopo aver battuto in finale il Malmoe.

Quel torneo non era iniziato nel migliore dei modi per il Forest. A quei tempi il format della Coppa dei Campioni non prevedeva gironi, ma solo sfide andata e ritorno ad eliminazione diretta, decise con sorteggio. Al primo turno, all’esordio assoluto nella competizione, al club di Nottingham toccò come avversario il fortissimo Liverpool, campione d’Europa in carica. All’andata in casa il Forest vinse per due a zero, ma non c’erano dubbi sul fatto che il Liverpool al ritorno in casa propria, il leggendario Anfield Road, avrebbe ribaltato il risultato. Prima della partita l’allenatore Clough vide i suoi giocatori particolarmente tesi ed impauriti, e narra la leggenda che ordinò diverse bottiglie di whisky, facendole bere alla squadra. Confidò al suo vice: “meglio che giochino ubriachi piuttosto che impauriti”. L’idea di Clough funzionò: la partita fini 0-0 ed il Forest eliminò a sorpresa i Reds in casa loro.

Un record: due volte in cima all’Europa con un solo campionato vinto

In quella stagione 1978/79 la squadra non riuscì a vincere il campionato inglese, ma si qualificó ugualmente alla Coppa dei Campioni dell’anno successivo in quanto campione in carica. Nell’edizione 1979/80, per il secondo anno di fila, l’Europa guardò meravigliata la squadra guidata da Brian Clough sollevare al cielo la Coppa dei Campioni, dopo aver battuto l’Amburgo in finale. Ormai considerato un eroe, Clough rimase sulla panchina del Forest fino al 1993, vincendo, oltre alle due Coppe dei Campioni, una Supercoppa Europea, quattro Coppe di Lega e una Supercoppa inglese. Proprio in quel 1993 il club retrocesse in Seconda Divisione, e nel 2005 addirittura in terza divisione, stabilendo un altro record. Il Nottingham Forest è infatti l’unica squadra ad essere retrocessa nella terza divisione del proprio Paese dopo aver vinto la Coppa dei Campioni.

Il Nottingham Forest oggi

Dopo decenni difficili, il Forest è ritornato in Premier League grazie agli sforzi del proprietario del club, l’imprenditore greco Evangelos Marinakis. Lo stadio del club, il vecchio City Ground, è stato intitolato a Brian Clough al momento del suo ritiro. Una statua del leggendario allenatore simbolo del Forest, scomparso nel 2004, sorride ai tifosi davanti all’ingresso dell’impianto, ricordando forse quelle bottiglie di whisky nell’albergo a Liverpool.

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