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Covid, inflazione e guerra: il regresso della Sicilia

In un periodo in cui il mondo intero si ritrova flagellato dalla minaccia del Coronavirus, il “nemico invisibile” con il quale purtroppo già da qualche anno convivono tutti i paesi, chi più chi meno, ad aggravare e intensificare ulteriormente la disarmante situazione si aggiungono due elementi che sembrano riportarci indietro di qualche decennio: la guerra e l’inflazione nei principali settori che mandano avanti l’economia mondiale.

Nel primo caso, non si può restare inerti e impassibili di fronte i continui attacchi russi ai danni del popolo ucraino, costretto inevitabilmente a migrare verso altri paesi in cerca di rifugio e salvezza prima di tutto. Si assiste ad un vero e proprio esodo che non lo si vedeva da lontano 1940, anno in cui milioni di ebrei pagarono tutte le conseguenze della minaccia nazista con la vita: stessa follia ma diverso modus operandi da parte di un uomo che sicuramente passerà alla storia per la sua vena dittatoriale.

Tanti sono i paesi che si stanno mobilitando con azioni in aiuto degli sfollati: tra questi anche l’Italia. In tutte le regioni, soprattutto in Sicilia, non mancano le iniziative umanitarie. Tra raccolte solidali, centri allestiti nel palermitano per l’accoglienza dei bambini innocenti in cerca di una dimora o di un semplice pasto. Al grido di aiuto degli innocenti, fanno eco anche le istituzioni statali ed ecclesiastiche che dà un enorme contributo alla causa ucraina attraverso donazioni economiche per sostenere perfino intere famiglie e dar loro la possibilità di acquistare il necessario per sopravvivere: medicine, scorte alimentari.

Conseguenza dei disastri prevalentemente legati al conflitto in Ucraina, l’inflazione: un problema che, nelle ultime ore, è fortemente avvertito in tutta l’Isola. Alla luce dei rincari del grano, necessario alla produzione degli alimenti essenziali per il fabbisogno quotidiano, e del carburante, si respira un clima di tensione che grava principalmente sui cittadini. In secondo luogo, però, a risentirne sono anche le attività commerciali e gli autotrasportatori. Questi ultimi per dire “stop ai rincari” hanno deciso di sospendere momentaneamente il servizio, azione che getta nello sconforto l’intera popolazione.

Davanti uno scenario simile, ci si chiede inevitabilmente se e quando sarà ripristinata la situazione nella speranza che anche le forze governative possano trovare una soluzione efficace per il benessere comune e il quieto vivere.

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