L’Atalanta è sempre stata fautrice di nuovi talenti. E l’ultimo è proprio un giovane calciatore palermitano: Andrea Oliveri. Il centrocampista classe 2003, ha fin da piccolo conquistato tutti con la sua fantasia, prima nelle scuola calcio e poi nelle giovanili del Palermo. Nel capoluogo siciliano ha vinto molti tornei giovanili ed è stato inserito nel gruppo dei pulcini del club. Se hai 10 anni non c’è nulla di strano; ma se ne hai 7 e l’allenatore dei piccoli rosanero ti chiede di aggregarsi al gruppo “dei più grandi”, allora sei un fenomeno.

Il “Fenomeno”, per i compagni

A soli 2 anni, era già il pallone ad andare da lui e non il contrario. Sotto la suola, come fosse tutto così semplice. Capacità motorie spiccate per uno della sua età, che hanno sbalordito pure i suoi familiari. E poi quel fisico, la sua più grande caratteristica che lo spinse a giocare nel ruolo di difensore centrale. Sempre compagno di reparto di ragazzi più grandi di lui di almeno 2 anni, Andrea ha “rapito” l’attenzione di tantissimi allenatori e direttori sportivi. I tanti gol nel ruolo di centrale difensivo lo hanno spinto a cercare motivazioni diverse più vicino alla porta avversaria. “Perchè devo passarla ai compagni -diceva – se la perdono sempre”. L’arroganza del campione e il soprannome, meritato, di “fenomeno”.

Dal Palermo all’Atalanta

A soli 10 anni era già punto fermo delle giovanili del Palermo. Poi gli interessi di Juventus e Atalanta, con la “Dea” che lo bloccò prima di tutte all’età di 13 anni. Era un pomeriggio qualsiasi quando, si legge su GianlucaDiMarzio.com, lo scouting del club nerazzurro, Luca Silvani, bussò direttamente alla porta del padre (che alloggiava in albergo) e in poche ore bloccò suo figlio. Un anno dopo, dal momento che ancora oggi un giovane calciatore può lasciare la sua regione d’origine una volta compiuti i 14 anni, Oliveri era un nuovo prospetto atalantino.

Come il “Gasp” vuole trasformare Oliveri

Il primo anno a Bergamo non è stato facile: soprattutto si sono palesati problemi legati al cambio della città e, quindi, di ambientamento. Non era facile cambiare vita. Ma Oliveri, che del campione ha anche la testa oltre che le gambe, è andato oltre ogni difficoltà. E’ stato Samuel Giovane ad aiutarlo, suo compagno di stanza fin dai primi giorni. Dopo 4 anni, il classe 2003 è ancora alla corte del “Gasp”, che vede in lui un uomo di tutta fascia. Forse un nuovo Gosens (ora passato all’Inter)? Attualmente centrocampista offensivo, ad Oliveri non convince l’abito che l’allenatore della prima squadra vorrebbe per lui; ma ascoltare un maestro come Gasperini sarebbe forse la cosa migliore e l’ex Palermo avrà sicuramente la maturità per capirlo. Dopo l’esordio di Scalvini (anche lui classe 2003), sarà Oliveri il prossimo talento lanciato dal club bergamasco?

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