taverna azzurra

Il blitz di stanotte, effettuato in seguito alle intercettazioni che stanno alla base dell’inchiesta Brevis II, ha portato in carcere 8 persone considerate legate alla Mafia palermitana di Pagliarelli. A quanto riporta il Giornale di Sicilia, vi sarebbe un dialogo, che risale al settembre 2020, in cui Giovanni Caruso e Angelo Costa (due degli arrestati dai carabinieri), parlano di una partita di droga e sulla opportunità di accettare una proposta di acquisto di 1.900 euro al chilo: “M****** quello dice uno e nove, gli ho detto ‘appena arriva’. Non te l’ho fatto ieri il conto?”.

I due trattano non solo dell’acquisto di droga ma anche dell’uso delle somme guadagnate. Sembrerebbe che, infatti, una parta di denaro sia stata reinvestita per l’acquisto di altri stupefacenti, un’altra parte era invece destinata a mantenere le famiglie dei detenuti in carcere.

Sembrerebbe che le cessioni di soldi avvenissero durante i colloqui in carcere: “Mille euro glieli ho fatti a lui, mille euro a quello, perché cinquecento euro glieli ho dati la settimana passata. Perché quando fa i colloqui, glieli devo dare almeno mille euro? Minimo“.

La mafia di Pagliarelli si sarebbe occupata del traffico di cocaina, hashish e marijuana e dello spaccio in diverse zone di Palermo. Per l’hashish gli indagati si sarebbero rivolti a un gruppo di corrieri campani. Quest’ultimi si sarebbero riforniti direttamente a Malaga e avrebbero curato il trasporto della sostanza fino al capoluogo siciliano.

Per la cocaina, invece, avrebbero fatto riferimento a calabresi che si sarebbero fatti carico della consegna. Il ricavato dal traffico e dallo spaccio di droga sarebbe servito al mantenimento dei familiari dei detenuti. Nel corso dell’attività erano già state arrestate 3 persone e sequestrati circa 70 chili di stupefacente e 20.000 euro in contanti.

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