bari iachini

Beppe Iachini torna a Palermo. Il tecnico marchigiano, attualmente senza una panchina, è uno degli ospiti d’onore della Palermo Football Conference, evento che raduna alcuni grandi esponenti del calcio italiano anche con uno scopo benefico.

L’ex tecnico dei rosa, come di consueto, ha voluto spendere belle parole per la piazza palermitana. Qui è stato capitano negli Anni Novanta prima di tornare da allenatore in più circostanze: “Per me Palermo non è una città come le altre. Ho vissuto anni bellissimi sia da calciatore ma soprattutto da allenatore. Auguro ai tifosi di poter rivedere grandi squadre al “Barbera”, spero possa avvenire presto“.

Il suo ricordo più bello in panchina è legato al biennio 2013-2015. Prima è avvenuta la promozione in Serie A a suon di record, poi una stagione in cui il Palermo ha sognato a tratti anche l’Europa: “Abbiamo fatto record su record e valorizzato attaccanti che hanno segnato tanti gol, come Dybala e Belotti. Sono affezionato a quella squadra, ancora ci sentiamo“.

Il giocatore che Iachini ha valorizzato di più è stato forse Franco Vazquez. El Mudo sta provando a rigenerarsi a Parma e l’allenatore ha da rivelare un aneddoto che lo riguarda: “Nei primi giorni non conoscevo alcuni ragazzi e lui è quello che mi colpisce più di tutti. Chiedo perché non è integrato e alcuni collaboratori mi dicono che è un ragazzo particolare, non parla mai. Gli faccio fare tutti i test fisici, era un animale“.

Nonostante il rapporto tra Iachini e l’argentino sia poi decollato, all’inizio c’era il sentore di una partenza del fantasista: “Ho dovuto parlare con lui – svela – perché mi aveva detto che voleva andare andare via perché nessuno ha fiducia in lui, voleva tornare in Argentina. Gli dico ‘qui comando io e non vai da nessuna parte’. Dopo due giorni Zamparini mi chiama e gli dico che Vazquez va reintegrato, nonostante il trasferimento in Argentina fosse fatto. A gennaio lo rimettiamo in lista e qualche critica la ricevo ma lui fa la differenza. Per noi era quel giocatore che sapeva legare la squadra dal centrocampo all’attacco“.

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