Ghirelli

In una lunga intervista rilasciata a “Tuttosport“, il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, parla del miracolo compiuto in serie C, nell’aver messo insieme 60 squadre in un momento così delicato per il Paese:

Alla crisi economica del Paese, si è aggiunto il Covid, che ha messo in discussione non solo il calcio ma le “aziende madri” dei presidenti. Venivamo da un anno e mezzo senza liquidità e la chiusura degli stadi si è riverberata pesantemente sugli sponsor territoriali che hanno perso visibilità. Tutto questo ha generato un legittimo timore di collasso, invece c’è stato il “miracolo“.

Da qui la lode ai presidente delle squadre:

Va rimarcato l’eroismo dei presidenti che hanno compiuto sforzi economici notevoli. Poi certo il governo ha contribuito con la cassa integrazione e il posticipo del credito d’imposta. Ma siamo ancora in attesa dei contributi per le spese sanitarie, di circa 16 milioni di euro. Il tema della crisi di liquidità resta centrale”.

Sul tema riapertura degli stadi: “E’ positiva ma non dobbiamo illuderci che la gente torni d’incanto allo stadio, anzi: non sarà semplice richiamarli. Dovremo attivare iniziative come quelle della Reggiana che ha abbassato i prezzi per le varie categorie e nelle curve. La pandemia ha accentuato i problemi: noi eravamo già refrattari ai problemi delle famiglie e oggi paghiamo pegno perché lo stadio non fornisce un’offerta multipla. Servono operazioni diverse, molto bella quella del Seregno che giocherà con la scritta “vacciniamoci” sulla maglia e per vincere la paura”.

Il tema è anche sulla riforma: “Siamo gli unici che la riforma la iniziano: diremo stop ai ripescaggi, stop alle riammissioni. Tutti gli altri stanno a guardare, noi ci muoviamo. Il presidente Gravina sta lavorando bene, ma questa è la fase in cui chi vuole la riforma non può dire no“.

E sulla provocatoria domanda se serve ancora la C risponde: “La domanda che pongo al Consiglio Federale è: la Serie C serve? Serve con questa attuale configurazione? Occorre fare un discorso di sistema e tutti dobbiamo pagare un pegno. Se il progetto deve essere quello di ridurre il numero di squadre in C così abbiamo risolto il problema, ci si dimentica che nel 2012 noi siamo passati da 90 a 60 club e non si è risolto niente. Chi pensa di risolvere il problema tagliando la C non ha capito niente“.

E sul campionato che si aspetta: “Avvincente. Già si vede dalla Coppa Italia. Il Girone B combattuto. In quello di C grandi piazze: abbiamo ritrovato Zeman, ci sono le siciliane, Avellino, Bari. Nel girone A Padova e qualità e da lì escono squadre, che arrivano sempre in finale play-off“.

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