Recensire il romanzo di un regista è un evento raro: tanto più se il romanzo è nato dopo la realizzazione di un film d’osservazione. La magia della narrativa, tra le 140 pagine del romanzo, si compie nello scambio tra il personaggio, Schillaci, e l’autore, un appassionatissimo di cinema e Italia anni 90. Le due figure, se apparentemente separate dal confine invalicabile dell’inchiostro, si fondono nel nome di Maurizio e nel cognome di Vigore. Il loro sguardo nel mondo attraversa le piazze di una Palermo “amara” e di una Roma alla spasmodica ricerca di un “Io” riservato all’effimero successo.

Dal lusso, ai vagoni abbandonati

“Fuorigioco” racconta, tramite gli occhi nostalgici di Maurizio Schillaci, i devastanti effetti delle bianche strisce di cocaina, fin troppo facili da reperire per i ragazzi di una Palermo ben più amara di quanto si possa immaginare.
La suddivisione in capitoli, tutti denominati con termini calcistici, racconta in chiave metaforica alcuni momenti della vita di Maurizio, che dopo anni di vita lussuosa, donne, droga, feste e tanti gol, è costretto a vivere in un vagone abbandonato della periferia di Palermo. Da quel vagone, l’ex giocatore ripercorre i momenti più significativi, riportando alla mente dei lettori più nostalgici locali come il “Boomerang” o momenti epici come i mondiali anni 90.

Le donne, gli amori, l’immedesimazione nei senzatetto

Nel romanzo trova posto anche l’amore cavalleresco, l’amore per Ardelina, la grande fiamma dell’adolescenza di Maurizio, tanto idealizzata quanto ricercata.
L’amore per la moglie e la figlia, abbandonate durante il crollo della vita del protagonista, sembra non avere mai un ruolo principale, sbaragliando solo nella conclusione la concorrenza di ogni altra forma d’affetto. Sonia e Alice, Alice e Sonia, diventano un solo ed unico nucleo, un rimpianto sin troppo grande per essere reso parola.
La capacità di Davide di empatizzare così tanto con Maurizio rende il romanzo una piccola perla in un mercato ormai saturo, dove brillare è difficile, ma far breccia nel cuore è ancora semplice. L’effetto che si prova nel concludere questa splendida avventura è disarmante, perchè ci porta a riflettere su tutte le scelte che abbiamo compiuto nella nostra vita, ci porta a rivalutare le persone meno abbienti, i senza tetto, i cocainomani.

Schillaci esempio della classe dimenticata

È come se tramite la grande anima di Maurizio venisse fuori tutto ciò che c’è di vero e bello della classe dimenticata. La sua più grande aspirazione: l’ascesa sociale diventa un’arma a doppio taglio per gli spiriti più deboli, incapaci di gestire le improvvise ed abbondanti ricchezze proposte da una Roma ingorda e dispersiva. Se Roma infatti si configura come la capitale della televisione e del suo mondo nascosto, Palermo è il crocevia di mercanti, spacciatori – come Girolamo Scimone, il personaggio a cui poi Davide ha affidato il ruolo da protagonista nel suo “La Bellezza Imperfetta” – e puttane. Ma “Fuorigioco” non si ferma a questo, perchè scava ancora più a fondo. Gli occhi di Maurizio infatti sono gli occhi di un Palermitano maschio, nato in una società ancora fin troppo maschilista e legata ad un romanticismo che più che cavalleresco, oggi è visto come una violenta imposizione del genere maschile su quello femminile.

Altro che Politically Correct

Il modo in cui Schillaci seduce le sue donne e ricorda i dettagli di alcune di loro se ne infischia dell’attualissimo Politically Correct, e descrive con le esatte sembianze di un’Italia pre-social quali siano le mani che sfiorano le gambe di una donna. Davide diventa testimone di un tempo in cui è cresciuto e narratore di un futuro che, per uomini come Schillaci, non c’è più spazio. Non è un caso che un altro dei meravigliosi personaggi secondari, tanto presenti quanto enigmatici, sia proprio il famoso Zeman, l’allenatore preferito di Schillaci. A guardare il romanzo come fosse un racconto fantasy, sembra siano presenti tutti: l’eroe, Maurizio, la principessa, Ardelina, il mago, che si alterna tra Zeman e Girolamo Scimone, la bacchetta magica, prima il calcio e poi la cocaina, e l’ambientazione ostile al protagonista, la realtà del mondo attuale. A rendere ancora più avvincente il racconto ci pensano le idee di Davide sulla vita e sulla nostalgia, sempre rappresentata dalle amicizie della giovinezza e da Sonia ed Alice.

“Fuorigioco”, il romanzo che tutti dovrebbero leggere

“Fuorigioco” è un romanzo che tutti dovrebbero leggere, perchè esprime un punto di vista chiaro sul successo e sulle sue conseguenze. Noi viviamo la generazione della spasmodica ricerca del successo, che tenta di passare dal canale “Confessionale Cinque” – trasmissione fittiziapalesemente riferita alle celebri trasmissioni reali italiane – pur di essere un fenomeno popolare, attorniato per qualche giorno di alcool, feste, baci, droga e finte carezze. Il sacrificio di Maurizio Schillaci è un gesto salvifico, che se conosciuto, potrebbe scuotere le menti di una società troppo legata alla forma e poco colma di contenuto.

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