Sicilia zona arancione

Da Lunedì, giorno in cui entreranno in vigore i nuovi colori assegnati oggi da Speranza, l’Italia si tingerà di giallo, con tutti i vantaggi che chiaramente ne conseguono. Dovrebbero infatti cambiare colore Basilicata, Puglia e Calabria che dall’arancione dovrebbero passare al giallo. In una Penisola che vole rilanciarsi, il cambio di “tinta” permetterebbe di riaprire parecchie attività, non le ultime bar e ristoranti anche a cena, come del resto avviene già nelle regioni color canarino.

I due nei dell’Italia

Sorriso rimandato, invece, per la Sicilia, ci si augura solo di una settimana. Il 17 Maggio l’isola potrebbe infatti tornare in fascia gialla, ma per il momento nè la campagna vaccinale (troppo lenta) nè le troppe zone rosse presenti e molte delle quali prorogate ancora, hanno permesso di cambiare la rotta. Ne consegue, un’Italia tutta gialla con due “nei” arancioni ad abbellire, o a macchiare: la Sicilia appunto, e la Valle D’Aosta.

La regola dei “14 giorni”

La regola dei “14 giorni” del resto, spiegata molto bene da Andrea D’Orazio sul Giornale di Sicilia in edicola, calza a pennello per la nostra regione:  “L’accertamento della permanenza per due settimane in un livello di rischio o scenario inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive, comporta l’applicazione per un ulteriore periodo di quattordici giorni, delle misure relative allo scenario immediatamente inferiore, salvo che la Cabina di regia ritenga congruo un periodo inferiore”.

La cabina di regia esaminerà il caso Sicilia ma…

Che dunque anche l’indice Rt sia sceso allo 0,9, inferiore a quell’1 che permetterebbe di cambiare pelle e passare al giallo, lascia il tempo che trova. Infatti, secondo la regola sopra illustrata, il dato dovrebbe mantenersi per ben 14 giorni sempre costante (o abbassarsi). Pena, a cascata, altri 14 giorni dello stesso colore. Oggi la cabina di regia valuterà il caso specifico della Sicilia, nonostante sia ormai chiara la proroga dell’arancione per un’altra settimana. Un provvedimento che, se emanato, dovrà ascoltare la pressione legittima dei commercianti siciliani che chiedono a gran voce la riapertura delle proprie attività.

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