“Qui si fa l’Italia o si muore”. Fù questa la risposta che Giuseppe Garibaldi, patriota e figura di spicco del risorgimento italiano, diede a Bixio, quando propose sul banco la possibilità di ritirarsi durante la battaglia di Calatafimi. Ora, non è che il nostro intendo sia quello di stendere una digressione storica, ma attraverso il racconto di un simpatico impiegato comunale, vogliamo parlare di come il “patriottismo”, questa parola e concetto  grosso, si possa dimostrare in svariati modi, anche in quelli più grotteschi.

Succede a Enna, in un noto ufficio pubblico non identificato. Questo apprendiamo  da un articolo che leggiamo su ViviEnna.it. A raccontare la particolare storia è, come detto, un impiegato impegnato nelle pulizie nelle ore pomeridiane. Pippo, come viene chiamato dalle sue parti, si appresta come di consueto a svolgere le ore di servizio nei “meandri” di un ufficio ennese. Le ore di lavoro, sono state per lui sempre abbastanza normali, tranne quelle di un giorno in particolare. Pippo narra, al noto quotidiano ennese, di aver sentito d’un tratto l’inno di Mameli provenire da una stanza dell’ufficio, una qualunque.

Nulla di strano, almeno fino a quando fosse lecito pensare ad una suoneria di un cellulare. E invece, il nostro caro Pippo scorge, aprendo leggermente la porta, un uomo e una donna impegnati in un acceso, anzi accesissimo, atto sessuale. Ecco che, proprio l’inno di tutti gli italiani, in quel caso faceva da cornice ad un quadro tutt’altro che raffinato, ma non per questo meno suggestivo.

Il giorno dopo, si legge sul quotidiano locale, Pippo è in servizio. Questa volta però, compiendo gli stessi passi del giorno precedente, non sente nessun inno, nessuna colonna sonora di quel “film” che il giorno prima lo aveva sorpreso e forse un po’ anche divertito. La pausa, però, dura solo un giorno. A distanza di due, Pippo è infatti ancora lì e questa volta l’epilogo è nuovamente quello erotico e “simposiale” visto 48 ore prima. Altro dettaglio della scena quasi “Greco-Romana”, è il fatto che, tra la passione generale, é sparsa sul pavimento una caterva di documenti e fogli burocratici. Della serie “mai dimenticarsi che qui si lavora pure”.

Insomma la storia di Pippo è molto interessante. Così almeno, l’abbiamo trovata noi e i colleghi ennesi. Ma il “rito”, raccontato dal nostro cantastorie (che narra il vero) per un giorno, è anche manifesto dell’altro fiore del “patriottismo”. Non quello della mano stretta forte sul petto quando si alzano le note dell’inno di Mameli, non quello di Garibaldi, citato all’inizio della nostra storia. Ma è quello diverso, letto in chiave ironica, diffuso e accompagnato da una scena sessuale. E chi lo dice che in fondo fare sesso con Inno d’Italia incorporato, non ci possa fare sentire un po più di questa terra? Ce ne vuole, di questi tempi.

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