I dipendenti Amazon (tramite i sindacati Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti) hanno indetto uno sciopero di ventiquattro ore, chiedendo ai clienti di non acquistare in questo periodo di tempo. Non era mai accaduto in Italia. Le motivazioni della protesta fanno riferimento alle condizioni fisiche e psicologiche in cui i lavoratori operano negli stabilimenti. Con la pandemia di Covid-19, che ha provocato un netto aumento degli acquisti online, la situazione è ulteriormente peggiorata.
A creare problemi ai dipendenti Amazon sarebbero in particolare i turni di lavoro estenuanti e la ripetitività delle operazioni, che provoca dolori fisici. “La prima cosa da cambiare è la ripetitività delle mansioni. Non è possibile tenere una persona 2 anni nello stesso posto: si danneggiano spina dorsale e articolazioni”, dice un dipendente a Repubblica. E un altro aggiunge: “Il terzo giorno di lavoro una persona addetta al pick non riesce a camminare per il dolore alle gambe: altro che squat in palestra. Dopo un mese, invece, iniziano a far male i tendini dei polsi. Ogni tanto qualcuno sviene. Ecco, diciamo che l’infermeria è molto frequentata”.
C’è poi la questione del controllo dei risultati ad opera dei manager: “Le fasi del lavoro sono preimpostate” spiega uno dei lavoratori. “Il sistema è guidato da un algoritmo, che chiede numeri. A chi sta sopra non interessa se quei numeri siano ottenuti con le buone o con le cattive. Il potere è nelle mani di questi manager, ragazzi di 25-30 anni appena laureati, che a volte decidono di usarlo anche in modo intransigente e pericoloso”.
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