C’è un nuovo, piccolo focolaio, al reparto Medicina d’urgenza dell’ospedale Civico di Palermo. Il reparto, è stato vittima in questi mesi di focolai di grandissime dimensioni e ben più gravi di questo che, da ieri, ha colpito un infermiere e 4 pazienti. Al momento “si tratta un infermiere positivo che aveva già ricevuto la seconda dose, e 4 pazienti dello stesso reparto”, ha spiegato il primario Massimo Geraci.
A questo punto, ci si chiede come sia possibile che un paziente che ha già ricevuto la seconda dose del vaccino, vada incontro a tale scenario. Al momento, le ipotesi possibili sarebbero due: Il virus, avrebbe trovato uno spiraglio corpale entro cui insinuarsi tra la prima e la seconda dose ricevuta. Oppure, altra ipotesi all’orizzonte, è quella che prevede il normale contagio nonostante la somministrazione, che ha comunque evitato gravi effetti collaterali al paziente, che infatti è asintomatico.
Ricordiamo ai più distratti, infatti, che chi riceve somministrazione del vaccino, non è completamente immune dal Covid-19, niente di meno che dalle sue varianti. Il farmaco riduce però notevolmente la percentuale di contagiosità e di ricezione del virus stesso. In sostanza, si può ancora contagiare ed essere contagiati, anche se in percentuali notevolmente ridotte rispetto a qualche mese fa (quando il vaccino non era ancora in circolo), e gli effetti collaterali sarebbero meno gravi.
Ci sarebbe poi la controversia sui tamponi rapidi o antigenici. L’infermiere risultato positivo al Covid-19 dopo aver ricevuto la seconda dose del vaccino, era infatti risultato negativo al tempone rapido e positivo al molecolare. Bastano dunque i test rapidi per l’individuazione del virus nel corpo dei soggetti? La direzione sanitaria ha già aperto un’indagine epidemiologica per capire cosa davvero sia successo, anche se, è presto, per azzardare conclusioni.
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