Sarà Eduart Pashuku della sezione di Albano Laziale a dirigere Palermo-Teramo, domenica al “Barbera” alle 12.30. Verrà coadiuvato sulle linee laterali dai collaboratori Khaled Bahri della sezione di Sassari (ma di origini marocchine) e Simone Piazzini di Reggio Emilia.
Pashuku è nato a Scutari, in Albania, 33 anni fa, ma è residente in Italia ed esattamente a Nemi (Roma) dal 1999. In pochissimi anni, Pashuku è passato dalla categoria dei giovani a quella nazionale, che comprende le partite della Serie A femminile, l’Eccellenza e Juniores nazionale. Dopo un diploma da geometra, si è iscritto alla facoltà di Scienze politiche. Dal 2008 ha avviato la sua carriera come arbitro. “E’ stata una scelta, più che lo sviluppo di una passione. Mi ero reso conto di essere negato come calciatore, ma non volevo abbandonare il sogno di scendere in campo, così ho deciso di diventare un arbitro. Sì, devo ammettere che è stata una seconda scelta ma mi sono sentito a mio agio ad indossare quella divisa“.
Nel 2013 si aggiudica il premio ”Broccolo D’Oro” in quanto miglior arbitro dei castelli romani, anche se il nome può far sorridere. “Il premio me lo hanno assegnato perché mi sono particolarmente distinto nella direzione di gara in Eccellenza e per me è stata una grande emozione riceverlo, perché me lo ha consegnato il presidente dell’Associazione Italiana Arbitri, Marcello Nicchi“.
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Pashuku, il primo arbitro albanese
Pashuku è il primo arbitro “straniero” abilitato nel Lazio e il primo “albanese” nella categoria nazionale. A differenza dei calciatori, i giudici di gara nati all’estero sono ancora pochi. È alla quinta stagione in Serie C e dovrebbe essere in procinto di passare alla CAN di B essendo in regime di proroga. Ha già diretto ben 66 gare delle quali 8 quest’anno, utilizzando 242 volte il giallo, 5 volte il doppio giallo e 16 rossi diretti. Le sue direzioni di gara raccontano di 19 vittorie per le squadre di casa, con 21 pareggi e 16 vittorie delle squadre in trasferta. Discreto il suo curriculum di rendimento con una media partita che raggiuge la sufficienza piena.
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