Nell’appuntamento radio, targato Tifosipalermo, Action Sport, arriva Ismaele La Vardera a parlare del progetto solidale che vede protagonisti il Palermo e Le Iene:
“Arrivo proprio dallo Zen, ho assistito ad una seduta d’allenamento speciale con tutta la squadra del Palermo, è un progetto che va avanti da tempo, un progetto solidale davvero bello, ricco di tante belle cose e che spero di potervi presto raccontare a Le Iene“.
Entro quando sarà pronto? “Sicuramente entro l’anno, o Novembre o Dicembre”.
Ismaele La Vardera, entra quindi in questo progetto in veste di giornalista ma anche veste di tifoso del Palermo, un ruolo che non nega affatto:
“Ha un suo fascino: questo progetto nasce dal fatto che io in prima persona ho seguito quello che i calciatori hanno fatto. Si parlerà anche del premio promozione nel servizio. E’ stato quindi facile per me poter anche abbracciare per me qualche giocatore. Qualcuno di loro è anche un mio amico. E’ sempre bello vedere che dietro quella divisa da calciatori, ci sono grandi uomini“.
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Il giornalista delle Iene sottolinea poi quanto il progetto del Palermo sia serio:
“Il Palermo ha preso un impegno che manterrà nel tempo, non è soltanto un’occasione spot, il presidente Dario Mirri ha preso un impegno con una promessa bella che rimarrà nel tempo“.
Un progetto che nasce anche nel rapporto a distanza con Bergamo:
“Il rapporto con le scuole dello zen nasce con quel che è successo a Bergamo, questo progetto del Palermo rientra in questa macrostoria“.
Tutto ciò che sta dietro al progetto, come il Palermo è ripartito:
“C’è una squadra di Serie C, ripartita dalle macerie, che sta provando a dare il proprio meglio, a far parlare bene di sé, ed è merito del Presidente ma anche di Gaetano Lombardo, che sta provando a portare i calciatori lì malgrado tutto, e vedere i calciatori del Palermo passeggiare lì è davvero una cosa bella. So le difficoltà che vive lo Zen, ma questa storia porta dentro delle belle verità“.
Inoltre Ismaele si sofferma su un’altra vicenda che sta a cuore del pubblico a casa:
“Stiamo provando a raccontare una verità alternativa per la vicenda Raciti, una versione diversa rispetto alla verità processuale“.
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