musumeci

Il presidente della Regione Musumeci sembra fare un passo indietro rispetto alle dichiarazioni degli ultimi giorni ed appare più rassegnato rispetto alla possibilità di un nuovo lockdown nazionale. Ed anche se in Sicilia si registrano dati ancora tollerabili e lontani da alcune regioni del nord, il governatore è pronto al peggio. Queste le sue dichiarazioni rilasciate alcuni minuti fa a Sky Tg24.

“La situazione epidemiologica della Sicilia è diversa da altri territori. Se in Germania hanno ritenuto di chiudere tutto avranno avuto buoni motivi, io non escludo che anche la Sicilia possa seguire la stessa sorte della Francia e della Germania, ma in questo momento siamo in una situazione di emergenza ma non come nelle regioni del nord. Forse ci arriveremo, ma noi ci stiamo preparando al peggio. Stiamo guardando al peggio per trovarci preparati, sia con i posti letto per gli ospedalizzati, sia con le terapie intensive e sub intensive.

La gente non dovrebbe andare nei pronto soccorso, deve rivolgersi ai servizi dell’Asp, serve maggiore collaborazione anche del sistema della medicina di base. Nel Mezzogiorno d’Italia c’è l’idea che l’assistenza che offre un ospedale sia migliore di quella che offre qualunque soggetto come il medico di base. Gli accessi impropri affollano i pronto soccorso. Ogni regione è diversa dalle altre, in termini di contagio e di abitudini. Sappiamo benissimo che andiamo verso la chiusura totale, inutile essere ipocriti, appare ineluttabile. Parlare in questo momento di riapertura mi sembra azzardato. Anche se non finisco di dire che il 23 ottobre la chiusura dei ristoranti alle 18 mi è sembrato un non senso in una regione come la Sicilia dove si va a cenare alle 21. Sembra un colpo generalizzato che ha massacrato categorie di lavoro. Aspettiamo tempi migliori. I tempi migliori per i nostri commercianti sono quelli natalizi, davvero vorrei augurarmi che un eventuale lockdown nelle prossime settimane possa consentire una riapertura a Natale. Mi sembra molto difficile, ma ho il dovere di sperare”

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