Rispetto a fine Luglio, quando si sono registrati i numeri più bassi da inizio pandemia, oggi stiamo assistendo ad una risalita costante e preoccupante del numero dei nuovi contagiati.
Il Governo ha messo in atto nuove restrizioni e si prepara possibilmente a nuovi provvedimenti ancora più restrittivi per evitare che la situazione degeneri e si possa tornare ai mesi di massima diffusione in Italia.
Tuttavia prima che nascano paure esagerate, è bene fare qualche precisazione.
Come vi abbiamo sempre detto i numeri sono importanti ma vanno letti e soprattutto contestualizzati.
E guardando i numeri (di ieri) con una lente diversa e non solo come fini a se stessi, si intuisce che il boom di contagi non deve terrorizzare. Allertare si ma terrorizzare no. Ecco perché.

Ragioniamo sui dati dell’ultima settimana:
Ci sono 39,4 nuovi positivi ogni 100 mila abitanti (in una settimana).
In Spagna sono 153,5 – in Francia 130,1- Regno Unito: 109,1 – Paesi Bassi 152,2 – Belgio: 138,9 – Austria: 64,1 – Romania: 71,2- Portogallo 55,4 – Polonia 37,9.
Il numero dei ricoverati è il 14,1 % rispetto al picco che si è registrato ad inizio Aprile, quando erano 29.010, mentre attualmente sono 4086 le persone ricoverate.

I pazienti in terapia intensiva sono 387 che rappresentano il 9,5 % rispetto al picco che si è registrato il 3 aprile con 4068 persone in rianimazione. Il minimo si è toccato il 29 luglio, quando in terapia intensiva c’erano solo 38 pazienti.

Nell’ultima settimana sono stati registrati 0,28 decessi ogni 100.000 abitanti.

In Spagna: 1,65 – Francia: 0,75 – Regno Unito: 0,5 – Paesi Bassi: 0,65 – Belgio: 0,7 – Austria: 0,4 – Romania: 1,7 – Portogallo: 0,6 – Polonia: 0,65.
(La fonte di questi dati è una pagina fb specializzata nella lettura dei bollettini forniti sull’emergenza coronavirus: “Pillole di ottimismo”)
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