Palermo

Sebbene si spengano i fari della ribalta o le notizie diventano meno da prima pagina, le Procure ed i Tribunali vanno avanti.
Così, i magistrati nisseni, che chiederanno il processo per diversi imputati nel fallimento del Palermo calcio.

Fallimento Palermo Calcio, la Procura nissena chiude indagini su ex patron Giammarva e il giudice Sidoti.

La procura di Caltanissetta ha chiuso le indagini in merito alla mancata dichiarazione di fallimento per il Palermo calcio e si appresta a chiedere il processo.
Nell’inchiesta sono coinvolti l’ex giudice della sezione Fallimentare di Palermo Giuseppe Sidoti e l’ex presidente rosanero Giovanni Giammarva.
L’ipotesi di reato è di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio.
Per Sidoti l’accusa è anche di abuso d’ufficio, per avere nominato in una procedura una sua amica.

L’inchiesta ha coinvolto anche il giudice Anfuso (in servizio all’ufficio del Gip) che secondo la Procura avrebbe informato Sidoti su “l’esistenza di una richiesta di misura cautelare nei confronti di Maurizio Zamparini”. Il giudice Anfuso ha sempre contestato questa accusa così ome il giudice Sidoti ha sempre negato il presunto patto corruttivo con l’ex presidente del Palermo Calcio, una tesi accolta dalla Sesta sezione della Cassazione, che il 3 aprile dell’anno scorso aveva annullato l’ordinanza del gip di Caltanissetta con cui Sidoti veniva sospeso per un anno.

Come si diceva, la Procura di Caltanissetta va avanti e chiederà il processo per Sidoti e Giammarva accusati di “avere alterato il corretto svolgimento della procedura pre-fallimentare del Palermo omettendo di astenersi in presenza di gravi ragioni di convenienza, atteso che Sidoti era legato da un pregresso rapporto di conoscenza ed estrema confidenza con Giovanni Giammarva”.
Sidoti, inoltre, avrebbe anche nominato, “quale componente del collegio peritale investito della valutazione in ordine alla sussistenza dello stato di insolvenza della società Palermo calcio Daniele Santoro, sebbene quest’ultimo si trovasse, a sua volta, in una situazione nella quale avrebbe potuto essere ricusato, in ragione dei rapporti personali e professionali con Giovanni Giammarva, noti al giudice”.
(fonte blogsicilia)
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