Foggia

Arrivato a Palermo il 10 agosto 2019, Andrea Rizzo Pinna durante il ritiro estivo a Petralia Sottana era considerato un elemento imprescindibile dell’undici titolare di Mister Rosario Pergolizzi.

Trequartista, mezzala offensiva, seconda punta, pronto all’occorrenza a ricoprire un ruolo diverso per esigenze di squadra, Andrea, classe 2000, milanese di nascita ma siciliano d’origine, vantava già numerose presenze in nazionale under 17 e under 18 ed era stato protagonista nella squadra Primavera dell’Atalanta. Fortemente voluto da Sagramola e dal DS Castagnini, Rizzo Pinna ha abbracciato da subito il progetto Palermo

“Si è trattato di una scelta ponderata – dichiarò nel corso di un’intervista – perché quello del Palermo è un progetto a lungo termine. La trattativa è nata quando Sagramola ha contattato mio padre. Il Palermo ha dimostrato di credere in me, per questo ho deciso di accettare i Rosanero. E poi l’idea di giocare il mio primo anno tra i grandi in una piazza da A, come quella palermitana, l’ho vista subito come una grande, esaltante chance”.

Ma dopo l’esaltante ritiro, il nuovo n. 10 del Palermo finisce presto nel dimenticatoio. Inspiegabilmente Pergolizzi non lo convoca mai, lasciandolo di fatto ai margini del progetto. Nell’ambiente si vocifera di dissapori nati tra il tecnico ed il giovane talento. Ma le voci non trovano mai conferma da parte dei diretti interessati. Ma il caso Rizzo Pinna scoppia fragorosamente il 5 ottobre 2019, durante la conferenza pre-partita con la Cittanovese. All’ennesima richiesta sulla mancata convocazione del giocatore, Pergolizzi esasperato risponde:

“Rizzo Pinna, quanti film ha fatto? Ha giocato in A? In B? È un ragazzo come gli altri, se non hai il carattere e le palle, non puoi giocare a pallone. Per giocare a calcio devi avere le caratteristiche giuste, la giusta mentalità, la giusta verve agonistica. Devi saperti inserire all’interno del progetto e aiutare la squadra. Non sarà più convocato finché non dimostra il suo carattere. Deve crescere ed avere la testa al posto giusto; Rizzo Pinna non si è calato nel progetto.

Parole pesanti, come macigni durissimi, soprattutto per un giovanissimo calciatore che deve ancora maturare e che si trova, suo malgrado, protagonista in negativo durante una conferenza stampa. La società però non lo lascia partire, lui non demorde e continua ad allenarsi. Finalmente il 17 novembre 2019 viene convocato per la trasferta di Palmi. La partita finisce 0 a 0, ma Andrea Rizzo Pinna, subentrato a Lucera al ‘60, sarà uno dei pochi Rosanero a salvarsi, anche se la sua voglia di spaccare il mondo incide con la lucidità facendogli mancare nel finale di gara il tapin vincente.

“Vorrei più spazio – dirà dopo – ma la squadra ha i suoi equilibri. Il Rizzo Pinna di Petralia è il Rizzo Pinna di adesso, in ogni società e in un percorso ci sono scelte tecniche e settimane in cui stai meno bene. Ma non fa mai piacere stare in panchina. Sono convinto che allenandosi continuamente prima o poi se sei forte dimostri di esserlo. Non è cambiato nulla, non sono diventato scarso dall’oggi al domani, lo dico con la massima umiltà. Io ho sposato il progetto, mi trovo benissimo con la società, con i compagni e con l’ambiente, ricevo sempre molti messaggi dai tifosi. Voglio dimostrare alla città intera di saper fare grandi cose con la maglia del Palermo.”

A fine stagione Andrea Rizzo Pinna colleziona solo due presenze da subentrato in campionato e una sola partita da titolare in Coppa Italia di Serie D, durante la quale fu anche sostituito al termine del primo tempo.

Troppo poco davvero per farsi un’idea precisa del talento del giovane trequartista, sul quale avevano puntato la scorsa estate Sagramola e Castagnini. Le affermazioni durissime dell’ex allenatore del Palermo avrebbero demotivato e stroncato chiunque. Tranne lo spogliatoio e i dirigenti, nessuno saprà mai cosa è realmente accaduto e cosa abbia spinto il tecnico a pronunciare quelle frasi denigratorie verso un giovanissimo atleta.

Andrea Rizzo Pinna non ha mai avuto una vera occasione per dimostrare il suo valore, giocare in determinate situazioni ambientali non è facile, soprattutto quando si è molto giovani. Ma il ragazzo non si è mai arreso, si è sempre allenato ed ha continuato a farlo anche nel periodo di lockdown a causa del Covid-19, mostrando sempre un grande attaccamento per i colori rosanero. Forse nella segreta speranza di potersi giocare una nuova chance vincente adesso che la strada di Rosario Pergolizzi, che non ha mai creduto in lui, e quella del Palermo si sono separate definitivamente.

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