Non è un momento florido per il calcio siciliano. Situazioni diverse sicuramente ma che ci offrono uno specchio di come da anni imprenditori facciano fatica a riportare lustro e gloria in terra siciliana.

A Trapani “i conti non tornano“. Il club granata come riporta il Giornale di Sicilia ha disperato bisogno di liquidità nella controversia giudiziaria che vede contrapposti il gruppo attuale Alivision e la proprietaria precedente Fm Service, e il tutto a poche settimane dall’imminente ripresa del campionato e con ulteriori spese e costi da aggiungere ad un piatto già povero.

Un grido di allarme era già stato lanciato dalla società: il pignoramento dei conti correnti della società con il Tribunale di Trapani che il 28 maggio, ha posticipato
l’udienza (in un primo momento al 17, poi all’11 giugno).

È evidente -fanno sapere dal club granata – che con i conti bloccati è impossibile l’attuazione delle procedure sanitarie, imposte dal protocollo governativo, per la tutela della salute di atleti e staff; ciò  comporterebbe la sospensione immediata di tutte le attività aziendali-societarie“.

Inoltre secondo alcuni documenti bancari sembra che il Trapani sia stata l’unica squadra di serie B a non pagare gli stipendi di Marzo. Eppure il club granata continua ad allenarsi, in vista della sfida con il Frosinone, il bilancio è stato approvato e sembra siano stati ripagati alcuni debiti, anche se altre pendenze sembrano già incombere e nonostante ciò il Trapani si trova comunque pieno di debiti. Qualcosa sembra non tornare.

Per aggiungere carne al fuoco, sono molti i contratti che scadranno a giugno da quello dell’allenatore Castori, sino a quello di Pettinari. Otto sono i giocatori in scadenza per la stessa data, pronti a essere svincolati; mentre sono sei quelli in scadenza nel 2021.

C’è poi la questione relativa al Floriana, la società maltese che aveva ceduto Coronado al Trapani, e che ha chiesto alla Fifa il pagamento del debito. Ultima nota dolente la vendita-acquisto del Trapani, motivo per cui Fm Service ha fatto causa.

Situazione altrettanto difficile in quel di Catania, mercoledì si dovrebbe capire se l’offerta presentata per l’acquisizione del club etneo è congrua o meno. Non mancano però i debiti all’orizzonte: 54,5 milioni di euro per colmare la voragine in bilancio, secondo quanto registra il Giornale di Sicilia, provocata da almeno 5-6 anni di gestioni in costante perdita. La parte più consistente del «buco» riguarda i debiti con l’erario, circa 30 milioni, più della metà già accertati.

Maurizio Pellegrino, uno dei rappresentati della cordata, in un messaggio sui social, non si è lasciato andare ad un cauto ottimismo: “Nulla è scontato, lo sport ci insegna che bisogna sempre dare il meglio di se stessi, ma vi giuro, alcune volte non capisci se ne vale la pena, se tutti gli sforzi bastino a non rimproverarsi nulla”. 

L’incertezza regna sovrana, non si sa il Catania potrà disputare i play-off anche in virtù della messa in mora dei giocatori, il cui stipendio non viene corrisposto da Gennaio, inoltre non si sa se il tanto atteso cambio di proprietà avverrà davvero.

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