Un tema caldo e dibattuto, una frontiera aperta per combattere il Covid-19: guarire e aiutare gli altri ad uscire dall’incubo, questo è quanto si vorrebbe sperimentare ed è già realtà in moltissime città italiane come Mantova, Pavia e Padova.

Si tratta della terapia del plasma iperimmune lanciata proprio dal “Carlo Poma” di Mantova e pronta ad arrivare anche al Policlinico di Palermo: messo a punto l’iter tecnico scientifico regionale, questa sperimentazione potrebbe ben presto essere presente in tutti gli ospedali Covid della Regione Siciliana.

In cosa consiste la terapia? Secondo l’illustrazione di Repubblica, è una immunoterapia passiva che consiste nel somministrare ai pazienti gli anticorpi presenti nel plasma dei guariti. E’ arrivato l’ok anche della parte etica del Policlinico di Palermo e tutto sembra pronto per tentare questa sperimentazione.

Sarà quindi necessario raccogliere il plasma dei donatori, ovvero quei 910 pazienti siciliani guariti. Gli esperti dicono, che sarebbe più efficace prelevare il plasma di coloro i quali sono guariti da pochi giorni. Tra loro quindi si cercheranno i volontari per produrre poi il siero in laboratorio.

Sergio Rizzo, direttore del centro trasfusionale del Policlinico spiega: “Come tutte le terapie sperimentali, ha luci ed ombre. Il vantaggio è che è una terapia ma attualmente ci sono poche indicazioni cliniche. Negli Usa sono già partiti a tappeto con una grande campagna per reclutare donatori“.

Nonostante il sì del comitato etico manca ancora qualcosa: “Abbiamo incassato il sì del comitato etico-dice Rizzoma bisogna aspettare il via libera tecnico del Centro Regionale sangue e dell’assessorato“.

Nonostante qualche scetticismo, i primi risultati raggiunti negli ospedali di Pavia, Mantova e Bolzano sono incoraggianti ma mancano purtroppo evidenze scientifiche:
L’anticorpo monoclonale ha dimostrato di saper neutralizzare sia il Coronavirus del Covid-19 che quello della Sars e secondo i ricercatori, potrebbe diventare un futuro farmaco– afferma il responsabile del dipartimento delle Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità Giovanni Rezza-. Ho paura solo che non sia facilissimo applicare questo procedimento su larga scala“.

 

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