L’effetto Covid si fa sentire, anche all’interno dei carceri. Sono tantissime le richieste di scarcerazione in questi giorni, da parte di detenuti per Mafia o per droga che chiedono a gran voce i domiciliari per motivi di salute. In Sicilia sono un centinaio che fanno richiesta di questo genere e a decidere saranno le autorità giudiziare.

Alcuni sono in attesa di giudizio definitivo e dunque la risposta definitiva spetta ai gip e alla Corte d’Appello. Altri stanno scontando delle condanne definitive e saranno i vari tribunali d’Italia delle rispettive sedi in cui sono rinchiusi i mafiosi, a decidere. Tra i nomi che hanno fatto richiesta, spicca il fratello del capo di Cosa Nostra Toto Riina, Gaetano che chiede apertamente di potere tornare a casa (agli arresti domicialiari) dal carcere di Torino, lì dove sta scontando la pena.

Il suo legale Pietro Riggi afferma preoccupato: “Ha 87 anni ed è gravemente malato. Nella nostra istanza scriviamo che nel carcere di Torino ci sono 60 detenuti risultati positivi al Coronavirus, una situazione davvero pericolosa per un anziano che ha un solo rene, che ha già rischiato la vita con più infarti e un enfisema polmonare”. Riina, si legge su Repubblica (Palermo) , deve ancora scontare 2 anni di pena per concorrenza illecita, dopo l’ultima condanna emessa dal tribunale di Napoli.

Sono tante le istanze presentate nella nostra regione, un centinaio, come scritto sopra. Ma le procure antimafia distrettuali esprimono apertamente il proprio dissenso : “Gli arresti domiciliari sono assolutamente inidonei per soggetti ad alta pericolosità”. Preoccupazione dei pm, è il ritorno dei mafiosi (qualora venisse accolta l’istanza) nella propria città. E’ il caso di Giuseppe Sansone, ritornato a Palermo e accusato di essere l’imprenditore che ha dato vita ad una nuova organizzazione mafiosa o di Francesco Bonura, che era al 41 bis. Tornato anche il capo mafia di Casteltermini Vincenzo Di Piazza, che adesso si trova nella sua casa in provincia di Agrigento.

In totale sono state accolte 376 domande di scarcerazione e altrettanti dunque, sono i mafiosi e trafficanti che hanno fatto ritorno nella propria abitazione per motivi di salute o in forma precauzionale vista l’emergenza Covid-19 anche nei cerceri italiani.

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