Conte si rivolge alla Camera con un imperativo: “Impossibile tornare alla normalità adesso!”. Messaggio rivolto, come probabile che sia, sopratutto alla regione Calabria che ieri ha deciso di allontanarsi categoricamente dall’ultimo DPCM firmando un provvedimento che consente la riapertura di bar e ristoranti (la cui riapertura a livello nazionale era fissata per l’1 Giugno)

“Stiamo affrontando un’emergenza senza precedenti della storia della nostra Repubblica – ha affermato il Premier – una dura prova per tutte le democrazie avanzate colpite dalla pandemia” che ci ha “costretti e rivedere i modelli di vita, a ripensare il nostro modello di sviluppo. Sono giorni in cui c’è un vivace dibattito sulle decisione assunte, persino sulle modalità comunicative adottate. Ma la vivacità del dibattito è un segno di democrazia. La premessa è che il governo ha sempre compreso la gravità del momento”

Poi il Presidente del Consiglio spiega i rischi di una riapertura totale del nostro Paese in termini matematici: ”L’indice R con 0 ad oggi è tra lo 0,5 e lo 0,7. Se questo tasso tornasse ad alzarsi anche di poco si saturerebbero le terapie intensive entro fine dell’anno. Ogni atteggiamento ondivago nel passare dal ‘chiudiamo tutto’ ad ‘apriamo tutto’ comporterebbe in maniera irreversibile l’aumento dei contagi. Il segnale di inversione dei contagi si è avuto solo grazie a rigide misure e a rischio di apparire impopolare, il governo non può assicurare il ritorno immediato alla normalità della vita precedente, mi piacerebbe ma dobbiamo avere la consapevolezza che il virus sta continuando a circolare: abbiamo 105mila casi accertati senza contare casi asintomatici non accertati. Siamo ancora dentro la pandemia, non ne siamo usciti”.

In ultima analisi Giuseppe Conte ha espresso il concetto di differenziazione geografica. E’ importante che dal 4 Maggio circa 4 milioni di italiani tornino a lavorare, ma è anche lecito che si “attui in base a dei criteri scientifici che il ministero della Salute emanerà la prossima settimana, un differenziamento geografico nell’allenatamento delle misure, sempre guidato da criteri scintifici in linea con il Comitato Tecnico e il Governo, non certamente autonomamente dagli enti locali”.

Il Premier ci tiene poi a ricordare che “Le iniziative sponatanee non in linea con quanto affermato dal decreto, sono da considerarsi illeggittime”

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