Non è un’ipotesi ottimistica quella avanzata dal titolo, ma quanto sostiene un noto virologo del Cnr Giovanni Maga, che intervistato da Repubblica, ha analizzato l’andamento della curva epidemica in questi giorni in Italia.

«Ma ormai ha perso il suo andamento esponenziale, esplosivo. Cresce in modo lineare, più regolare» spiega Giovanni Maga, virologo, direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia.

Il picco ancora non è stato raggiunto, la curva ha avuto dei sobbalzi in questi giorni e quindi gli esperti dicono che è necessario aspettare la prossima settimana per capire l’andamento dei contagi.

Il noto virologo spiega quindi in cosa consistono i miglioramenti: “I nuovi casi, in percentuale sui casi totali, hanno smesso di crescere. Questo dà alla curva un andamento lineare, tendente all’appiattimento. L’aumento dei positivi va messo in relazione al numero di test fatti. Ieri per esempio abbiamo avuto più o meno gli stessi tamponi del giorno prima, ma meno casi positivi. Resta poi stabile, anzi scende leggermente, il rapporto fra positivi e ricoverati. È comunque un rapporto alto: circa il 50%, soprattutto perché i tamponi vengono fatti a casi già severi. Infine, non aumenta il rapporto fra i ricoverati nei reparti normali e quelli in terapia intensiva. L’ipotesi che il virus sia diventato più aggressivo non ha dunque fondamento“.

Ascoltare dati freddi di bollettini, che sembrano ogni giorno prospettarci un circolo vizioso senza fine forse non aiuta ma sicuramente è necessario guardare in prospettiva ed è quello che fanno gli esperti seguendo i dati.

Ecco qualche dato più preciso fornito da Maga sul corso dell’epidemia:

I dati che vediamo oggi fotografano la situazione di due settimane fa. E un freno dei contagi oggi si farà sentire sul numero dei decessi fra 10-15 giorni. A quel punto ci aspettiamo di vedere una crescita del numero dei guariti, che oggi sono circa 1.400, e un calo di quello dei contagi, che oggi sono 3.600, fino a quando la prima curva non supererà la seconda».

Il futuro sembra difficile da immaginare e chi parla di una convivenza forzata con il virus non ha del tutto torto, continua Maga, a meno che non venga trovato un vaccino. Del resto ad insegnarlo è la storia delle epidemie precedenti.

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