Intervista esclusiva del presidente Dario Mirri con l’emittente 7Gold (redazione Sicilia), in collaborazione con la redazione di TifosiPalermo.it
In un momento particolare in cui si vive la dicotomia fra il primo posto in classifica ed una piazza che mugugna, la nota emittente televisiva, che da anni segue le vicende del Palermo, ha voluto sentire l’umore del presidente rosanero.
Ecco la prima parte dell’intervista:

Presidente, si vive una grossa contraddizione: il primo posto in classifica e delle critiche, delle cattiverie che si leggono sul web, talvolta anche esagerate. Lei come le sta vivendo?

E’ evidente che c’è una pressione fortissima, la citta non si sente in Serie D, purtroppo non vuole vivere la realtà, che è quella per cui siamo obbligati a vincere Sappiamo che è una cosa complicata, lo sapevamo già a luglio quando abbiamo accettato questa sfida però tutti i tifosi devono comprendere che questa pressione non aiuta a raggiungere l’unico obiettivo, che è quello di vincere.
La pressione la avverto io stando sugli spalti la Domenica. Vittoria, pareggio o sconfitta c’è comunque una pressione fortissima, dovuta probabilmente alla paura. Io credo che il tema sia quello cioè che c’è una paura diffusa viste le esperienze pessime che noi tifosi abbiamo subito e di tornare a trovarci in quelle condizioni nelle quali non ci dobbiamo trovare.
Quindi io dico che è un eccesso di affetto però a volte in questo bisogna razionalizzare.

Uno dei temi posti all’inizio della vostra avventura è stato l’appartenenza. Ha la sensazione come questo sia un po’ venuto meno?

A proposito di appartenenza io a Petralia parlai proprio di questo: cioè che le partite potevano anche essere non vinte. Appartenenza significa allora tifare per la squadra nella buona e nella cattiva sorte. Tifare per la propria squadra è un valore. E’ come un bambino piccolo, come siamo piccoli per adesso noi che siamo in Serie D e dunque possiamo sbagliare, dal Presidente ai giocatori, possiamo sbagliare un rigore o un’uscita o anche l’allenatore, gli errori ci stanno ed è chiaro che si lavora per non ripeterli.
Il bambino cade e i genitori cosa fanno, lo abbandonano? Chi viene allo stadio deve fare una scelta: non abbandonare mai la squadra. Siamo in Serie D non siamo purtroppo più in Serie A il presidente non è un presidente da Serie A, l’allenatore non è un allenatore da Serie A, i giocatori non sono giocatori da Serie A. Quindi da questo punto di vista Noi abbiamo bisogno dei tifosi che vengono allo stadio sapendo che dobbiamo solo vincere,  e che quest’anno, come canta spesso la curva, è un anno in cui dobbiamo andare via da questa categoria. Turarsi il naso e andare avanti per cercare di vincere. Non ci sono altre alternative vincere tutti insieme, tutti uniti, È questa la sfida”.

Invece mister Pergolizzi dovrebbe turarsi le orecchie per non sentire tutte le critiche che dal web gli piovono addosso.

”Per la verità i fischi ci sono stati anche col Troina quando non abbiamo vinto perché abbiamo sbagliato due rigori e non credo che i rigori li abbia sbagliati Pergolizzi.
Pergolizzi può commettere errori ma come posso commetterli io. Questa è una squadra che è prima in classifica e che ha fatto 10 vittorie consecutive, vinto 14 gare su 18. Però in casa, e ne parlavo fino a tarda sera ieri con Sagramola, abbiamo subito 11 reti. Non voglio essere insistente sul discorso della pressione, però è un dato su cui riflettere. Ci saranno degli errori tecnici o dell’allenatore, di chiunque, ma subire 11 gol in casa è sicuramente qualcosa di non casuale allora. Evidentemente si torna al discorso della pressione che la città per eccesso di amore determina sui giocatori.
I nostri sono giocatori di Serie D. Io mi ricordo quando qualche anno fa venivano alla ”Favorita” giocatori importanti e perdevano perché era quasi il pubblico che vinceva le partite. Dobbiamo tornare a quella bolgia, saremo 5000 saremo 10000, ma dobbiamo essere soltanto quelli che tifano per il Palermo, quelli che non sono venuti allo stadio per contestare Ricciardo per contestare Mirri o contestare Pergolizzi. Io come tante altre persone che mi circondano abbiamo voluto cambiare pagina e ci stiamo mettendo ognuno la propria faccia e la propria responsabilità, tutti stiamo mettendo noi stessi affinché le cose cambino. Spero che tutti i tifosi che vengono allo stadio capiscano che dobbiamo vincere, solo vincere. Io mi rendo conto che non è uno spettacolo sublime anche se, vedendola da tifoso, le partite a volte mi sembrano simili a quelle della Serie B. I terzini fanno i cross più o meno come li faceva l’anno scorso Aleesami.

Non è che a Palermo si pretende troppo dalla serie D? Dallo spettacolo che può offrire questa categoria?

Il tema è quello, cioè io credo che in Serie D noi dobbiamo vincere, io non mi aspetto Mourinho in panchina. Dobbiamo vincere, ‘’a comuegghiè’’ (sorride, ndr), non ci sono alternative, non mi aspetto Ibrahimovic, noi abbiamo Ricciardo, ma io tengo conto dei numeri: ha fatto 20 gol l’anno scorso, non dobbiamo creargli problemi. Io ricordo la prima partita, a Marsala, ha sbagliato il rigore e la settimana dopo la prima partita già si contestava Ricciardo. Ma di cosa stiamo parlando? Ha fatto 20 gol Ricciardo l’anno scorso a Cesena, Ficarrotta 14 l’anno scorso, non 10 anni fa, l’anno scorso, in questa categoria. Abbiamo preso Floriano che ne ha fatti 13 a Bari, abbiamo Sforzini che ne ha fatti 11 ad Avellino, sempre in Serie D e sempre l’anno scorso. Abbiamo 4 attaccanti che hanno fatto 60 gol. Dal punto di vista della qualità non ho dubbi che siamo i più forti, ma nessuno deve avere questo dubbio, neanche i giocatori. L’avversario? C’è il Savoia, certo, sta facendo un campionato straordinario, sono venuti qui e hanno vinto, onore al merito, ma io resto convinto che noi siamo i più forti, che i nostri giocatori sono i più forti. Il pubblico deve essere convinto che noi siamo più forti degli avversari perché se abbiamo paura, come un bimbo che cade e il genitore ha paura, il bimbo continuerà a cadere. Ecco, in questo senso dico: andiamoci, andiamoCi, andiamo in Serie C”.

Escl.Mirri: “Pergolizzi è uno dei pochi che non è stato raccomandato per allenare il Palermo”

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