Terzino sinistro titolare inamovibile della formazione di Pergolizzi.
Cresciuto nel Pescara, la squadra della sua città, nel Palermo riparte praticamente da zero.

“Sono romanista e il mio idolo è Kolarov e spesso provo a calciare come lui.
Tra gli allenatori mi piace Conte”.
“Amo la musica i film d’azione e le serie tv.
Quando ho voglia di stare solo, passeggio in riva al mare di Mondello”.

Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola

Sognare di giocare a calcio nella squadra della tua città, riuscirci e poi rimanere tagliato fuori e ricominciare tutto da zero
Inizia così l’articolo di Valerio Tripi che intervista Francesco Vaccaro difensore sinistro del Palermo, uno dei più utilizzati dall’allenatore in questa prima parte di campionato.
Nato a Pescara, gioca per strada come tanti bambini; poi fa tutta la trafila del settore giovanile ma alle soglie della Primavera le strade si dividono ed inizia a conoscere altre piazze ed altre squadre.
Vi riportiamo alcuni passaggi dell’intervista che potete trovare integralmente su Repubblica in edicola:
“Dopo Pescara sono stato alla Virtus Lanciano e al Bari nel campionato Primavera. In biancorosso ho fatto un anno e mezzo prima di andare a Potenza. L’anno scorso, invece, sono stato tutto il campionato ad Altamura. Palermo può essere la mia ripartenza…

“Palermo? Una telefonata alle dieci di sera. Mi ha chiamato il mio procuratore e non ho pensato molto a quello che avrei dovuto fare..Mi ha detto: preparati, domani vai a Palermo. Non ho fiatato. Del resto su una proposta fatta da una società ambiziosa che vuole tornare subito nel calcio che conta e che ha tesserato nella sua storia tanti campioni non si riflette più di tanto. Si accetta e basta..Siamo un bel gruppo con gli altri Under, usciamo spesso e passiamo del tempo tutti insieme. Siamo anche tutti vicini di casa. Scherziamo sui social anche con i più grandi..La musica mi aiuta anche quando ho qualche pensiero in più in testa e magari mi ritrovo a fissare il mare..
So che il presidente Mirri è in gradinata sopra la mia fascia di gioco: c’è ma non lo vedo. È bello avere un presidente tifoso che sta con gli altri tifosi. Capisce meglio le dinamiche che ha una squadra rispetto a un presidente padrone..”

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