A volte, gentili lettori, basta poco per cambiare il proprio destino: un’opportunità, un attimo, un soffio. “Carpe Diem” dicevano i latini, “Cogli l’attimo“. Mai più proverbio potrebbe essere più azzeccato, quando parliamo di Andrea Accardi, figlio di Palermo per eccellenza, lui che ha rinunciato ad ogni destinazione per restare sulla terra che lo ha partorito e con essa rinascere dalle ceneri.

Di questo ragazzo sappiamo molto forse, dal punto di vista umano, meno dal punto di vista tecnico e calcistico, semplicemente perchè sporadicamente è sceso in campo. Eppure, questo doveva essere il suo anno, quello della consacrazione e di crescita totale.

Quello di Andrea è uno strano caso, di un ragazzo che non si è mai messo in mostra. L’anno scorso appena due presenze in serie B assolutamente non indimenticabili e quest’anno un ingresso in campo con autogol nel finale (contro il San Tommaso).
Ah dimenticavo, frattura al naso e maschera di protezione nella partita successiva.

Una parabola troppo strana, un “trend”, che non prometteva nulla di buono già dall’inizio, quando non gli fu data la fascia di capitano, a colui che fu l’ultimo superstite del disastro. Eppure, ecco riemergere il concetto iniziale: “Carpe Diem”.
Ora o mai più per Accardi che potrà sfruttare l’assenza probabile di Lancini (per lui distorsione alla caviglia, difficilmente potrà rientrare) ed essere schierato così da mister Pergolizzi al centro della difesa assieme all’inamovibile Crivello (sempre più leader della squadra).

Una giornata che senza voler troppo iperbolizzare, potrebbe cambiare la stagione di questo ragazzo e farlo entrare seriamente dentro il progetto. Non che non lo sia già, puntualizziamo, ma non lo è come tutti forse si sarebbero aspettati.

Accardi, vai e prenditi il Palermo.
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