Terrani Renzo Barbera

Non sono andata al Renzo Barbera a seguire le operazioni di sfratto. Non ho potuto. Ho lasciato la cruda cronaca di questo sgombero ai colleghi di redazione. Non sarà stato deontologicamente corretto farlo, ma il mio vecchio cuore rosanero non poteva reggere a questo immenso dolore per una fine talmente ingloriosa che nessuna parola al mondo sarà in grado di darne pienamente contezza.

Anche perché a presenziare ed a subire l’onta dello sfratto del Barbera non c’erano i principali artefici di questo enorme disastro calcistico:i fratelli Tuttolomondo, Fabrizio Lucchesi, i componenti di Arkus e tutti coloro che giuravano e spergiuravano sulla serietà e solidità economica di questa proprietà. No, i colpevoli di questa ecatombe non c’erano! C’erano solo i dipendenti, le vere vittime, insieme ai tifosi, di questo palerminicidio perfetto, che per mesi hanno dovuto sopportare e subire bugie e pagliacciate di ogni genere, che resteranno scritte per sempre nella pagina più cupa ed atroce della storia rosanero.

C’era l’ineffabile signora Daniela De Angeli, è vero. Cosa continui a fare a Palermo, e soprattutto dentro gli uffici dell’ormai defunta U.S. Città di Palermo che proprio lei ha così amabilmente consegnato nelle mani di Salvatore Tuttolomondo, resta un mistero davvero incomprensibile. Ma di questa signora e delle sue lacrime di coccodrillo non importa a nessuno, non ne vale neanche la pena di starne a parlare.

E mancava  Maurizio Zamparini,che dalle stelle ci ha portato alle stalle, quelle più nauseabonde. Mai nessuno avrebbe potuto immaginare che la sua storia a Palermo potesse concludersi così.

Si riparte dal calcio dilettantistico, dalla serie D, ma anche adesso, con ancora una ferita aperta e ben lontana dal potersi rimarginare, la città ripiomba nuovamente in un clima di sospetti, di ombre, di paure e di tensioni che nessuno voleva più rivivere.

Perché questa città non riesce ad avere pace,quale strana maledizione impedisce ai tifosi rosanero di scrollarsi di dosso questi ultimi anni di falsità, tradimenti e bugie? Certo, è davvero troppo presto per dare giudizi, ma se si inizia con il piede sbagliato, se si iniziano a fare nomi che già dividono la Piazza, il cammino si fa tutto in salita.

Se Zamparini avesse detto ai tifosi di essere in difficoltà, piuttosto che affidarsi a pagliacciate varie che hanno trascinato il Palermo nel baratro, i palermitani avrebbero capito e sarebbero rimasti vicino alla società. E’ mancata la lealtà, la trasparenza, il parlare chiaro e diretto. E’  mancata l’empatia con i tifosi, anima e cuore pulsante di ogni club.

Quanto è accaduto al Barbera non deve mai più ripetersi,il lavoro dei dipendenti non può dissolversi come neve al sole in una Terra come la nostra già duramente provata dalla disoccupazione. Ma si deve andare avanti, sperando che non possa mai arrivare un giorno che possa far rimpiangere chi prima di portare Palermo giù  all’inferno era riusciuto a portarlo in un paradiso che oggi sembra molto lontano e potrebbe non tornare più.

E soprattutto evitare che domani un principe possa diventare un brutto rospo!

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