E adesso vediamo se Palermo è pronta e vuole crescere oppure, al contrario, se assisteremo alle solite manfrine. L’azionariato popolare, previsto in quota del 10% delle azioni della nuova società, può essere un bel momento di crescita e di maturità per la città e per la tifoseria che può contribuire in maniera diretta alla vita del nuovo club. Nel progetto Mirri-Di Piazza si parla addirittura di un posto riservato al rappresentante dell’azionariato nel comitato di consulta della società. Per anni a Palermo si é spesso sperato che si potesse aprire alla partecipazione diretta dei tifosi, soprattutto in momenti difficili e di grave crisi societaria balbettante e vacillante. Ora ci siamo, sarà possibile per la gente partecipare direttamente.

Come? Aderendo ad un comitato che si fa promotore e momento di aggregazione delle quote popolari. E qui potrebbe cascare l’asino. Riuscirà Palermo ad esprimere un comitato, moralmente ineccepibile e disinteressato, espressione solo della passione dei tifosi? Oppure si assisterà alla nascita di tanti comitati magari in conflitto fra di loro?
Arrivano voci fastidiose.

Anche perché, nell’ipotesi di tanti comitati, alla fine sarà sempre obbligatorio parlarsi e mettersi d’accordo fra loro perché comunque sarà sempre uno e solo uno il rappresentante che andrà a sedersi in società. Vigileremo con grande attenzione, perché siamo a Palermo, città spesso rovinato dai furbetti che credono di possedere una arguzia superiore alla gente comune. E il tifoso, prima di uscire i suoi soldini, si accerti che il comitato a cui vuole aderire, gli dia garanzie di correttezza e integrità morale, e soprattutto di non avere altri fini se non la straordinaria passione per i colori rosanero.Dopo i Tuttolomondo, occhi aperti sempre e nessuna accondiscendenza. Per nessuno

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