In redazione abbiamo appena ricevuto un messaggio da un lettore, come commento all’articolo in cui si accenna alle due lettere che l’ex presidente Albanese si prepara a scrivere a Sindaco e Prefetto.
Questo è il messaggio “come dice l’altro Albanese, quello vero, non ti spu… sennò ti lavo“.

Messaggio indicativo della stima che ultimamente il presidente di Sicindustria riscuote fra i tifosi. E, credeteci, è uno dei più soft, dei più leggeri.
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Oggi Albanese ha fatto la stessa fine di Foschi ieri; appena ha aperto bocca, il web lo ha massacrato. La città vedeva in lui, palermitano e tifoso rosanero, un elemento di garanzia, di tutela. Uno che avrebbe dovuto lottare con i pugni e con i denti appena intuiva che qualcosa non andava. Urlandolo alla città.
Oggi sul Corriere dello Sport, si legge una sua brevissima dichiarazione fatta a margine della conferenza stampa al Country club >”… c’era un contratto che prevedeva delle clausole, ricordatevi che era una situazione di emergenza perché la società aveva montagne di debiti..”. Ma non lo sapevate che c’erano i debiti? Urlano i tifosi. O si pensava che Zamparini avesse regalato la società?
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In ogni caso, una presa di distanza tardiva, molto tardiva. Di questo lo accusa la tifoseria. Albanese molto probabilmente è stato raggirato ed ingannato anche lui. Quando ha accettato l’incarico l’ha fatto in buona fede probabilmente, fidandosi o cascando anche lui nella rete oratoria dei nuovi arrivati.
Poi però no, poi dovrà aver capito qualcosa. Alla fine del mese di maggio mette la firma su un CDA dove è evidente la carenza patrimoniale di 8 milioni che doveva essere assolutamente sanata per avere l’iscrizione.
Dal giorno dopo quel cda, avrebbe dovuto martellare costantemente i fratellini. O dentro o fuori, però subito. Forse quelle due lettere avrebbe dovuto scriverle a sindaco e prefetto a fine maggio. Questo gli rimproverano i tifosi, di aver preso le distanze troppo tardi. A tempo scaduto.
Scriverle oggi serve solo a cercare di giustificarsi, non a salvare la società.
Forse a fine maggio c’era ancora tempo.
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