Il pubblicitario non ha trovato soci e non verserà altri 2,3 milioni.
Ritorna l’incubo del pagamento degli stipendi. Il presidente: “È ok”
La cordata di imprenditori si è tirata indietro. Oggi la Cassazione decide sul sequestro.

Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola

Nell’articolo di Valerio Tripi si analizzano i diversi scenari che si svilupperanno in questi giorni a partire dalla mancata acquisizione delle quote societarie da parte di Mirri, che non è riuscito a trovare quel principe rosanero in cui aveva sperato ma che tuttavia è stato rassicurato dal Presidente Foschi. Il giornale sottolinea come alla Camera di Commercio le comunicazioni relative ai nuovi proprietari sono arrivate il 28 febbraio per cui se la data a cui la Federcalcio farà riferimento è questa, Foschi e la De Angeli avranno tempo fino al 28 marzo per dimostrare onorabilità e solidità economica. Viceversa se la Federcalcio terrà conto del comunicato del Palermo del 14 febbraio, i termini scadranno oggi.
E sempre oggi è attesa la sentenza della Cassazione sul ricorso presentato dalla Procura di Palermo in merito al mancato sequestro dei 50 milioni. Ma in viale del Fante filtra ottimismo.
Rispetto a nuovi acquirenti, Tripi sottolinea che in questi giorni di possibili acquirenti ne sono circolati parecchi da York Capital, che sembra però più interessata a Sampdoria e Parma fino a Raffaello Follieri che, scrive il giornale, “…è pronto a giocarsi nuovamente le sue carte dopo essersi detto disponibile a versare subito 10 milioni di euro in un conto italiano e poi altri 5 milioni entro un mese … A patto che il Palermo gli faccia una richiesta scritta per giustificare lo spostamento di una somma così importante dalla cassaforte della FHolding a un conto italiano.”

In conclusione di articolo il giornale sottolinea che chiunque voglio prendere il Palermo dovrà farlo in tempi molto brevi visto che c’è sempre la lente della procura che continua a sospettare la presenza di Zamparini al comando della società e che quindi non si può ritenere completamente escluso il rischio che possa essere depositata una nuova istanza di fallimento se non si dovesse realmente concretizzare una cessione o non venissero pagati gli stipendi.
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