Correva l’anno 2002, di solito iniziano così le favole, ma questa non è una fiaba, è la storia agro-dolce di un uomo che conquistò Palermo regalando sogni ed illusioni.
Erano anni di cadetteria, nel marzo del 2000 la famiglia Sensi aveva acquistato il club e dalla C1 aveva riportato la squadra in serie B, ma, diciamolo francamente, i proprietari della AS Roma avevano ben altri progetti per la mente e la storia centenaria del Palermo calcio poteva vantare ben pochi traguardi, giusto qualche breve apparizione in serie A e due sfortunate finali di Coppa Italia. Eppure il tifo palermitano da sempre era fra i più caldi d’Italia, passionale, genuino e sincero. Non ci si azzardava a sognare in grande, perché si era ben consci del potenziale economico, quello che non mancava mai era il grande cuore rosanero al quale bastava vedere le amate maglie correre sul verde prato della Favorita per battere all’impazzata.

L’inizio travolgente del nuovo Presidente rimarrà nella storia del Palermo calcio; i suoi obiettivi accesero il fuoco della passione e l’arrivo di giocatori come Zauli, Corini, Luca Toni e di allenatori navigati come Francesco Guidolin, roba da leccarsi le dita, scatenarono un entusiasmo incontenibile che travolse tutti i palermitani, grandi e piccini, tifosi e non tifosi. La città si colorò di rosanero ed il 29 Maggio del 2004 uno stadio straripante in ogni ordine e posto, in un tripudio di bandiere, sciarpe, gioia, lacrime, commozione e orgoglio, salutò festante il ritorno del Palermo in serie A.
C’erano voluti ben 32 anni ed un uomo venuto dal Friuli per dare voce ad un sogno, per vivere da quel momento in poi emozioni entrate di diritto nella leggenda rosanero. Fu amore assoluto per Zamparini, nuovo re di Palermo, che seppe risvegliare ambizioni sopite nella gente, che gli stessi palermitani, forse, neppure sapevano di avere.

Ma chi li aveva mai visti cinque giocatori rosanero giocare nella Nazionale Italiana? E chi prima di allora aveva potuto vantarsi di andare in casa del Milan, della Roma, della Juventus, della Fiorentina e vincere?
Si sognava talmente in grande che anche la storica prima qualificazione in Europa fu accolta addirittura con un po’ di snobismo. Eppure lo sanno bene i nostri emigrati di Londra, della Germania o quelli in giro per l’Europa con quanto orgoglio si andava dentro gli stadi inglesi e tedeschi con l’amata sciarpa rosanero al collo. Vittorie belle e prestigiose che ripagavano e consolavano chi viveva lontano dalla propria amata Terra.

Cosa ne è stato di quell’amore incondizionato per Zamparini, di quella gratitudine che doveva essere eterna? Cosa si è spezzato? Perché ad un certo punto i tifosi si sono sentiti traditi? Perché è finita così?
Un epilogo davvero triste! Tramontati i sogni di gloria, oggi restano le macerie di un rapporto logorato dai veleni e dai sospetti. Senza vinti, né vincitori. Hanno perso tutti: Zamparini che ha dato moltissimo, ricevuto altrettanto e dilapidato anche l’inimmaginabile; hanno perso i palermitani, alcuni hanno voltato le spalle alla squadra e sono tornati a tifare per le strisciate, altri invece hanno perso la capacità di emozionarsi, di credere e di volare in alto.
Ed ora che il dado sembra tratto e che forse Zamparini ha davvero chiuso il suo ciclo, tornerà la gente a sognare, torneranno i tifosi allo stadio? C’è ancora la passione autentica che cova sotto la cenere e sta solo aspettando il momento giusto per tornare ad infiammarsi?
Chissà! Una pagina di storia si sta chiudendo, un’altra si apre, il futuro è ancora tutto da scrivere, nella speranza che il popolo rosanero torni ad essere protagonista e che il tempo restituisca il giusto valore a tutto quello che è accaduto.








I palermitani vincono sempre, finiamola di prendercela sempre coi tifosi. Sono esausti di questo folle e chiacchiaruni di Zamparini.